ipa mia o e

si ct DR Ai.

MARIA ELENA, Trieste - C4e bella calligrafia la tras mi piacere solo a guardata: Ma tu dirai: bella, però non legge piusto il mio name. che è splendida e lo trasforma în un ‘timido Mariettinal Come sono andati £ toi esami? Spero avrai lusciuto’ dorutire Guya nei giorni delta vigilia Chi è Martina? Strana do- manda invero: Martina è da figlia di . Guya, è l'idolo delle ne piccole amiche, Non domandarni se mi piacciono i fiari sono da mia follia. La mia casa è sem- pre traboccante © magari ho lenzuola con buchi e pentolini che pergano lae- qua cammin facendo, Per lu qualcosa la mamma dice; « Meno fiori e più pento- lev, è forse non hu torto, Non mi pare strario” che tu sia passata dell'incertezza alla divina. certezza: talvolta. basta ten brivido, ano sguardo, un sorriso. C'è quatcora davvero di triste nella tua vita: qualcosa che non ingrana, che non è giustov non vorrei infltive sul tuo spirito fresco. Cercu di non sapere, di non ve- dere, credere. soltanto alle futel La mamma è da mia più cara amica: il mio papà’ mi adorava, ed cera come una nici anima pentella; io ho sta gioia di vedere i mici cari volersi be- ne fivo nll'ultima ora, ma ho pagato Lo Questa iaia» duramente, come intie le

‘gioie della vita. © QUORE INFRANTO - lo proprio non credevo che ai tempi nosiri esistes- sero ancora dei cuori fufranti. Usavano molto nel ipjo, ma dato che. sono in-

lranti, comé ‘hanno pottito resistere’ tano to? lo' voglio a tutti | costi, dovessi. ri- “correre alla colla armena, riagpinstare il tito, ‘cuòre. Non ti alfliggere affatto per quel lieve cijertoi HU tuo amore ti ‘ama, ct dna così: tu devi dimenticare com- pletamente la tua licvissima sfortuna: cs

aduto que-.

sere disfivolta, sorridente, affrontare l'oc- chio della gente come nulla fosse, Ti dirò anzi, che il tuo sguardo. si chiama «sguardo di Venere » e che ha un certo lascino. Se però dovesse diventare per te na vera ossessione, ticorri. all'oculi- sta: chiedi .il consiglio di due, di tre,

ma rifletti molto prima di fare un'ope»

razione. E non fare di una piccola cosa, senza alcuna importanza, una grossa fra- gedia. l OCCHI GLAUCHI e BIONDA SE CILIANA - Se leggeste con attenzione questa rubrica, mi tisparmiereste di scar- tabellare il libretto dell’oroscopo, visto che, in fondo, le sentenze fatali sono soltanto dodici, Dunque: dird a « Occhi glauchi », che è nata il 24 marzo, che è molto energica, coraggiosa, che ha mol- ta volontà, che è egoista, che dal spo sguardo possono. dipendere... i destini altrui, che è seducente e graziosa, che

UCIANA

al microfono

non retrocede, Vavanti a nessun ostacolo per asrivare, con una visolutezza che tl Ja onore. Il giorno che li porte fortuna è il martedì il tuo colore propizio, il rosso; la tua pietra augurale, l'ametista; la tua cifra benefica, i sette, lî, guarda strano erso, lo stesso destino inconibe su « Bionda siciliana » che è nata il 13 apri-

de. Che brava a esser nata anche lei sotto

it segno del capricorno: ha rispar- niata ‘una bella fatica.

DELI, Palermo - Cielo, su dal comin- ciato a leggere i mici romanzi, aucara prima che mi mettessì a scriverti; Dal trentuno, dici, e fl mio primo romanzo apparve su « Piccola » nel 1932... Schet- so, sai, e sono orgogliosissima che tu mi sia amica da selle annil Sette, pen- sl Sono proprio moltissimi: come siamo invecchiate. da allora, vero? E. quando fra cinquant'anni. scriverd, balbettando, su questo giornale « Ti... ti,.. ricordi... del mio pr priv. mo romanzo? ». Chi sa dove saremo ta cinquant'anni: io svolazzerò nell’etere, spero. voglio esser buona per meritarini le ali che sono state sempre. la mio passione. 1 romanzi non pubblicati in giornali. sono. « Ragas- ze jn libertà » e «Aprile in vin del vec. chio Tempio». L'indirizzo privato. di Maria Denis è via Piave 29, Roma. È veramente bellissima: se non proprio la

più bella tra le nostre attrici. Non scrivo’

mal dettero d'amore: ‘ho una tale panta ‘di cadere nella letteratura: guando qual. che voîta mi scappa dalla penna qualche lrase. romantica, cancello, arrossendo di vergogna. Sci nata il 20. giugno, quindi sotto il segno del Cancro, e N tuo fidane zato sorto la medesima costellazione. vostro oroscopo è dguale: avrete rapida ascesa, tendenza all'incoscienza amorosa (ohibòd!), intelligenza relativa, fortuna,

Ravvivate e ammorbidite. la capigliatura

con una hire ol mese

Lo. Shampoo Palmolive elimina tutti gli espedietri adottati finora per ridare ‘ai capelli it loro naturale splendore, La schiuma de- esta di questo famoso prodotto non contiene soda, e quindi non secca la capigliatura, ma la pu lisce radicalmente renden- dola morbida e lucente. ; Creato in due tipi, pet brune cd alla camomilla per bionde, fo Shampoo Palmolive non: altera il naturale colore dei capelli e si sciacqua fa cilmente senza bisogno di ulteriori trattamenti | Provatelo! Con una minima spesa darete un, mese di bellezza alla vostra capigliatura.

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eudolari, E

SLA BUSTA CON DOPPIA DOSELIA] SERVE PER

un'occasione magnifica... -

Henry Reynolds

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orgoglio, um po' di leggerezza; molta indulgenza verso voi stessi. Il vostro gior- no favorevole è il lunedì (sposatevi il lunedì, dunquel); nessun colore vi è spe- cialmente favorevole; la vostra pietra por- tafortuna è la perla; la cifra benefica il

«due,

PUCK NUVOLA AZZURRA - Cara piccola Puck, se tu mi avessi dato il tuo inidirizzo precios ti avrei spedita una fo- tografia. Ma basta « Puck nuvola azzio rav Addis Abeba? Come vedi, sono fo che'ti devo tirare le ‘orecchie! Spero che tu sia felice anche laggiù: c'è un soffio di melanconia nelle tue parati che mi rattrista. Certo che ti voglio bene: ansi, ri voglio bene in ragione proporzionale alla distanza. Contenta?. IL romanzo « Nei suoi occhi » non è uscito. C'è ten- po, dunque, e non aver fretta di inviar- mi francobolli. Scrivi spesso: perte che staî nel cuore dell'Africa sl, lo, diro chiaramente farò ingiustizie; prefe- renze e favoritismit x

B. BRUNETTA - Non devi ‘temere, di farmi perdere del tempo:- sono qui per perderlo con voi, e per- perderlo îl più lietamente possibile. E vi dirò che la nsia ora di riposo giornaliera è pro- prio quella che passo” occapandomi di questa rubrica, conversando con voi, fe: cendo la conoscenza di attove amiche, gettando grida di gioia nel rivedere Te antiche, Sona. molto imbarazzata nel dar- um consiglio; se si trattasse di me, e di abiti mici, farei tingere quello bianco, da sposa, in tn soave color fucsia: e con un cappellino di fiori, leggerissimo, e quanti în camoscio bioudo lo porterei

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Proprietà artistica ‘è letteraria ri seriuta, Manoscritti, disegni, fel È grafie non si vesttiniscono, Indiriz. tare’ Impersanalniento alla Direzio.

sione del” Cinema Miustrasione *,

al matrinronio di tua sorella. Ma se poi tu non hai nessuna intenzione di tingere il tuo abito? Quello verde mi sorride po» chissimo: e lu mantella nera è troppo da sera, La tua calligrafia è ancora quel- la di nna bimba, paziente e dolce: come si vede che hai diciotto anni, anche se hai un grande marito, i

NENE - Saldissima, la nostra amici. sia; non dubitare, Nemmeno la. famma ossidrica riuscirà a intaccarla. Difficile davvero trovnre delle vere amiche, al mondo, Risogna accontentarsi, di quel tanto che le altre possono darci: pensane do che anche noi non diamo tutto quello che ‘potremmo, Jo non posso esandire proprio il tuo desiderio, come tu lo espri- mi Non posso mettermi a gridare da

questa rubrica a tutti 5 ‘teneoti, avialari : ul

che si sentono solî e sbelanconici che c'è tina ragazza; di iiome tal dei tali, che abita in win tal: dei. tali, ‘e che. desidera un’ figlioccio. Tuttal: più ‘posso acciuf- fate ”al volo il primo aviatore solitario. e melanconicos e spedirtelo per- posta. : Per lo meno il suo indirizzo,

VERA MIRZEVA - Certo che ti ri cordo: mancava solo Îl tuo: saluto. “da Mestre, do Mestre alla quale voglio bene quasi più che a Venezia, Un bacino alla tua piccola Margherita, e sperianto dave vero che ora « Cinema Miustrazione » sia

feome le Dirumidi d'Egitto: non crolli fin. il ebd ‘quaranta. secoli si siano accumulati

sulle sue spalle. Nesstina, novità davvero nella tua vita? Ma la di grande novità è quella di star bene, di essere tranquilli

è senza gravi preocenpazioni, credimi,

ELISA 1901 - / prodotti che usi so- no eccellenti, e se tu ti farai fare tratta- menti e massaggi dalla medesima casa, i turoî trentotto quni svaniranno come rice ve al sole: ridiventetai giovinetta.

MASSAUA 25645 - Mi fa ua certo effetto ricevere un saluto da un sommer- gibile

Rosso. Mi sento turbata “é commossi:

non teniere dunque di offendermi anche | semi dai del tu e mi tratti come una

sorellina, I sono così fiela che tu mi

chinmi la tim benefattrice: così ficra @

pensiero di farti sorridere qualche volta, >

e di farti sentire, vigile e vicina, la mia lenerezza, PE mando una nia 'otogra. fia: sebbene in. generale, sia un po' restia

a questo: « divttmo » specialmente con!

aitanti giovani. La tua calligrafia rivela una grande sensibilità, molta romanti

smo, ma în fondo una volontà di ferro, iL

satdistruttibile.

0.MS. - 4 dirti fa verità, la descri. ziane purticolare ggiata di te stesso mi ha lasciato un po' per desso, Perché mi race conti tante cose? Avrei bisogno di molto a pia vito 10 Pi i OTEBbE

che naviga nelle acque del Mar

meno per dirti che quella ragarza Hama, e che tu-.l'ami.

19 AGOSTO - Iujanto, sono contenta di: arrivare in tempo a farti gli augari di un lietissimo onomastico. Ed: ora, eee comi pronta a darti l'aiuto che mi chie di. Veramente, puoi troppe cose: e se l’orascopo potesse dire-4utto quello «che desideri sapere, smetterei di far la scrit trice e farei la « divinatrice » con molto maggiore successo finanziario, Ul © fatto che tti sia nata di domenica ti pronosti- cherebbe uno splendido e ricco avvenire, ma le dieci e mezza di sera, ti rendono spiritualmente. creptscolare, quindi inca pace di godere le gioie che la vita ti offre; Che dispetto, vero? Per il resto. posso dirtì che non sci affatto stupida; anzi, hai molta facilità intellettoale: ma i tuoi successi: saranno cffimeri e di breve du- rata, anche per colpa della tua fatuità. Vi è in te un forte potere di seduzione ma sei avara spiritualmente, e materia mente: e sei capace di fingere, o per mer glio dire, di recitare quasi inconsciamente nella vita. Ricordati che. tutte le cose belleti accadyauno in mercoledì, che de- oi vestiti di colori vivaci, singareschi: che il tre e la pietra agata ti portuno Jortuun, Non riempire ‘vanamente il tuo, cuore di timori per il futuro; tutto può essere così. diverso da come tiuimmagini. Per ora cerca di ‘vivere tiv felicità-del' ina piovane umore, e non preocenpariti di al- fro, Non mi basta sapere che Il tuo-amaò lo compagno è nato in aprile per dirti se ti sposerà, tanta più che non sai con esattezza il giorno: ma anche lo sapessi...

JULIE -- Poiché noi ci è dato. di in- contrarcì, e abitiamo tanto lontane, per- ché non mi serivi più a lungo, non mi dici tutto con maggior confidenza? Sono così preocenpata, per tel

MIMI PINSON - /fo ammirato ‘i ttroì disegnini» sono ancora... come dir- ti?, un po” impacclati, un po" duri: troppi segni, troppa paura... « che non si veda ». Non so cone esprimermi: ti manca, insomma, quella scioltezza, quel la leggeresza che denotano il polso si- curo A parte questo, vedo che hai molte attitudini, Io vorrei snpere, però, se i modelli li inventi tu o li copiî. Sono tutti’ molto carini, tanto che di qualcuno ho rubato l'idea, Se non proi frequentare

uma scuola di disegno, l'unico sistema per perfezionarii è Jara continamente disegni, ispiranedoti a quelli migliori; Cer- ca di capire il mistero per cui sono così pieni di grazia e di leggiadria | disegni di Brunetia, Tita, della Sormani. Non preocenparti della storia del costu- me, ma. soltanto di dare uno slancio ele- gante alle tie figurine. Se tu potessi, nelle ore serali, fara esercizi con tm di- segnatore o una disognatrice di moda, impareresti moltissimo. Sono lieta che le

Janciulle di n Aprile » ti siano. piaciute.

È vero: condisco È mici romanzi sempre di molta imtusica: la musica non è mai di- sgiunta dalla mia vita. E vedrai quanta cene sarà nell'« Uomo che è mio ». L'amore è musica, in fondo, non ti, pe- re? Quel ballo di cui parlo in « Giova

notti e signorine » in inglese è intitolato « Good night, stweethicari », 1 « Prelude A d'apres midi d'un faune» è. 10 capo. il tema centrale Vedo che hai un

luvoro specialmente d.un vero Incatitesimo.

È > (NINA ILUNTAZINE gusto

raffinatissimo, anche per la scelta dei libri, Iunico che non conosco è « La fata del dolore » di Sudermani, ma_ se è molto triste non lo leggerò. Scrivimi ancora, caro fringuello, e mi farai con- tenta, .

MARIA GRAZIA 1939 - Conte devi comportarti? Con la massima indifferen- sa, cercare di scacciare un inutile senti- mento dul tuo cuore. Tu stessa. capisci che in te è così grande il desiderio di essere amuta, da renderti pronta ad uc ‘cogliere una nuova tenerezza, La calli. orafia ti denota impulsiva e appassionata, Mandami pure una novella: non ti pro» «metto di pubblicarla, ma la leggerò con cfutereste è curiosità.

GIANNA Zi, Lodi - Grazie delle tue care. parole, della tua ammirazione: do- po che-ha letto la tua, lettera, stamane, mi sono sentita quasi un personaggio importante, È miei vecchi romanzi sono quasi-tatti esauriti, II romanzo di Milly: « È caduti una donna », che è veramente bellissimo, lo potraî travure in qualsiasi libreria È un'edizione Garzanti già Tre ves, Sc però tu lo volessi con dedica, manda pure a me dieci lire in franco e io dirò alla dolce Milly di scriverti due paroline affettuose. Contenti?

RAGAZZE IN GAMBA 1939 - Sa- peste quanta mi fate soffrire uccusando» mi di ana colpa che non ho: aerei ‘tanto volentieri accontemate tutte coi, lascian- do spazio alle vostre conversazioni ami chevoli e spivitosissime, Ma vi sono stute ragioni impellanti, redazionali, editoriali,

j fi stata completamente estra»

quetntt fo- sono nea. Non posso esutulîre, quindi, il vo» stro destderio. Potete scrivere a Mosca e Metx, direttori del « Bertoldo », qui, in pinesa Carlo Erba; degli altri non pos- so darvi. l'indirizzo. La calligrafia è tnt L'altro che indecente: rivela’ disinvoltura, volontà, nn poco di sfucciataggine, niol» tu decisione. L'altra calligrafia u di drone tav è assai più incerta, ma più sensibile,

VISPI R O, Reggio Calabria » Sei così ricco di sensibili, di finenza, di lenerezza che sono certa farai la felicità della piovinettu che già ti amu certamene te, che vede certamente in te il sole della sua vita. Devi, dunque davvero lottare per te e per lei, c sono fierissima di ese sere madrina di questa tua bellissima battaglia. Spero portarti fortuna, Ho let fo la°tua novella: scritta con spiglintesza, ana detta natetralezza DOH cCONMmumne, For- se trappo delicata, troppo afrrnata per il nostro giornale: altrimenti, l'avrei pubbli» cato, molto volentieri. Ma... chi sa che un'altra tua prosa non abbia maggior fortun,

VANNA - Nessuna. delle fotografie mi somiglia, davvero, e bisognerà che ci vediamo un giorno perché tu veda ve- ramente che faccia ho, Sono contentie sima che tu balli con lu cara Nives a Verona: potessi venire ad abbracciarvi tute re duel fo ‘lavoro sempre moltissimo, sono nn poco preoccupata che ti diventi ana mia rivale, è ti metta a serivere ro

manzil Ne’) assai

È eee cesso °) È

CIBMATIINTT

a ragazza col fiocco rosso, che sedeva dirimpetto «a lui, nel chiedergli il fia- sco di Chianti Portava i capelli schiariti dall'artificio, buttati in- dietro la fronte nuda e libei sul collo, trattenuti di quel nastro rosso, che da un lato accennava uno svolazzo di indipendenza, 1 quel che d'infantile ch'ella ostentava, speci a scrollare le ciocche sulla nuca, in contrasto col trucco violento, car cato, la invecchiava. Sebbeng [oss giovane, anzi giovanissima. A ogni sguardo che scoccava, le ciglia fitte, lunghissime, esagerate, avevano nn fremito sapiente.

Ciglia posticce, Pingegnere, il sno vi a tavola (era stato lui a c quella pi ame), >> fin l'artista di

gli spiegò poi

operetta; qualche cos tra la cane tante e da ballerina. Una brava ra- gazza, in fondo, Ma rion hastano una

brutta bocca e le ciglia a metraggio, per erre un tipo, S'è guastata col cinema. Perché, del resto, «due helle gambette co uni vocina disereta ce l'ha. Vatevi dare un biglistto. 1 ans dele a sentiria, Cisn Dal Re. Guarda un po' che nome! Il biglietto glielo olfà Aveva un pacchetto di fogliettini ros che distribuì fra i pensionanti. - Ne griulite uno fan- che voi? si volse al nuovo venuto con mn sorriso, Nell'afferrare il bigliet= to quasi a volo, Marcel

SEI

lo le sfiorò nina mano avviamipò. Bembro che ella non

seo ne nvvedesso,

Ma quella sura Marcollo non potè andare a teatro: erano arrivate per gli studi

tre due studen- po na in me» Lui si schermiva,

timido: + Non posso. Sta- sera ho una poltrona per Poperettà.

Ma vedi um po’ il #i- gnorel. È non ce l’hai delto subito? + (Un coro), «> Chi ci va? lo? Marisa o Dierinat

L'indomani Cis Dal Re si aspettava. una: parola cola zione. Lui ci mise uno studio mu arrivare a tavola in ritardo, a sprofondarsi subito nella let- tura e a condire ogni cnechiniata di minestra con ina paginetta fitta di annotazioni, '

Ma ella non abboccò; all'in salata acconnò un sottile: fremito interrogativo col filo arcuato dele le sopraceiglia. Alle Srifta andò dritta. all'argomento: Inson ma non. vi sono piaciuta, eccol

igli Su di finnma sino agli urecchi: Come potete penzarini

«e Bel, dite la verità. Com'è andata?

Ma. che cosn?

Che non siete vennta? Dovette raccontare l'intervento delle colleghe; Tre diavoli. Il bi- glietto se lo sono disputate per un po. E poi hanno stambiato la pol» trena con tre ingressi al loggione. Ela rise alto; ci si divertiva. Tutevate dimmelo. Non par reva uni donna di teatro, Unin buo- na figliola, che è pronta, a far saltar due uova nel tegame e a seucchialare la miriestra, Però ci mette una leg- giadria tutta sua. A versarti nn bie- chier: d'acqua, te lo fa diventare

spumante.

E stasera venite? Egli tacque, disorientato. Ma; per questa volta, ficciamo st. Dopo le’ prove. salgo un me-

mento A bere una tazza di latte cal- do e a vedere se ef posin. È poi va a teatro insieme,

Lo ‘aveva detto a. vot alta. E

tra i pensionanti corse in acre sor riso fra Jo stupore e. l'invidia, Riser- vata, di’ solito, la: Cisu non aveva dlimiostiato. per nesstino; ima nettit preferenza, |

Mi .-hanno detto che siete di po-

0 lontano dal mio paese, ella spiegò, quasi a seusarsi con gli al- tri, e fra le lunghe ciglia a raggera i suoi occhi ebbero un azzurro riso fanciullesco. L'avevo sentito su- hito dall'accento. Un accento che non si dimentica, il nostro.

—- Credevo aveste gli occhi grigi. Dinmine! Azzurri ce li avetel Era ato Vaccento che ella esagerò A e che gli ricordava il paese, largli la disinvoltura. Da quando era in città s'era sentito come dimi- muito dall'agilità spigliata che gli altri ci mettevano in tutte le cose. Ma ora, d'impeto, egli ritrovò l’estro, il carattere, | sogni, gli entusiasmi, Non timido, Tutt'altro, AL paese eri stato il più matto nelle scorrerie tra i compagni, E «di ragazze, a conto ne avrebbe potute avere... °

E non lo sapevate ch'è la don- na dlalle meraviglie? Ta gli occhi color del tempo; grigi, intervenne l'ingegnere. Doma- i avrà dorati, La faceva un amorato, Ma con un'eco sottile di canzonatura: quasi che si motteggiusse da stesso, per quel fenace hisogno che aveva di giovi nezza, TE la sua voce s'incrinava di malinconia.

Ciano fece spalluece.

ni po' da in

Ci era avvozznta, con tanti uomini tra i piedi: ina serol- latin di ricci, e i complimenti e le insinuazioni scivolavano . vin, come gocce di’ pioggia dalle foglie, quan: do i frutti sono già stati colti, e non c'è nulla da difendere.

4 pensa Marcello e ne ha come un'intitva ribellione, Un peccato, una figliola: così, andarsi ‘n batttar via sul teatro, . L'immagine dell'albero e del- la pioggia gliel'ha data lei, con quel la. schietta ventata «d'aria del paese. feco quello ‘che ci vorrebbe per iei, ora una bella corsi: sotto le ncquate della primavera, qiando: piove s0do e il verde è lucento come di gaiezza. î via quel rosso, quel nero, e via da cipria e lutto quello che & insincero in lei. Via i tacelii troppo alti e le calze di ragnatela; “Putto quell’arli. ficio ‘gli dA un chie di soffocazione:

Lo senti anche alla sera, a tentra. Ella ci'entrò come a casa sua: un sotrisetto, unn parolima, e a- tutti del tu, I poi, a vedersela a capo di un gaietto sciame di belle figliole, tutta vestita di maglia, con due dita

NOVELLA _ DI MARIO RUPI

di sottane, che le fanno la ruota in- torno ai fianchi, e in te un edi ficio tra piume, voli e gh No, è una pena. Se non la conoscesse, se non sapesse che Cisa Dal Re si chia. ma Maria, che faceva le corse per il frutteto, che è stata una bimba fre- sca e burlona come le sorelle di Ini, egli potrebbe anche divertirsi a ve- derla piroetlare, piegarsi, scivolare, ondulare, finttnare, librarsi sull’in- vito dei iallabili, mentre dieci 0 ven- ti ragazzo vestite come Ici, le fanno il verso a comando. Ma quando vie- ne in scena un coso attillato e im- pomatato, dipinto come una donna ele ragazze, a un cenno di lei; si eclissano, e lei comincia a chiacchie- rarci, cantarellando e poi da pi glinrla a schiaffi, ; sarebbe! gli schiocca baci a suon di musica, egli ha Pimpeto di andar via, Resta, applaude anche Ini, quando Cisa Dal Re viene a ringraziare, g La ritrova all'uscita fra un frufru di ragazze pitturatissi- 3

«me, che le fanno res

Ha intorno? stasera?

+ Ma guarda un po'l Hai rotto l'abitudine? ;

Ella sguscia via con ini; lo ha pre so sottobtaccior Anditmo!

Marcello pensa che un'artista biso gnerebbe condurla a casa in inac china. Ma. lui, soldi ne hi pochi, lei cche. gli. dice: -— Aspettiamo il traml E dirada l'impaccio.

Per Ja strada prende-a raccontare: la passione del teatro non ce l'avi va mica. È la più giovane di d fra. sorelle esfratelli. N maggiore è uno scapato, che ha fatto debiti su debiti; © padre ha pagato. E la Joro bella casa con la terra, che ce l'ave. vano ila padre in figlio, l'hanno ven. duta così. E lei a dire già da bimba do quando sarò grande, me la vo- glio. ricomprare, Come si fa per pi- gliat quattrini? La maestra? La sar- ta? Macché, Ci: vuole un lavoro che fritti. Cosa so fure io? Prova, studia, pensa c ripensa, Chi dice che è fatta per il cinema, Lei balla c chi. ti, canta é balla, Uno di. città. la

sente, le fa uno biglietto di racete

Non: sei sola:

mandazione, È lei ti gira, ti con dall'uno all'altro. E trova lavoro. Mica facile, però. (Sospira). C'è da farsi luogo a furin di pugni, Le braccia salde co l'ha. A scherzarci, a dire una paroletta, lascia, correre e non si impunta. Ma sta all'erta, I se qualcuno si fa di mano svella; Ehi, giovanotto! Dico, con chi crede. te di averci a fare? Un mestie- raccio. Gli occhi le brillano di la- grime: Mia madro è vecchia, Die- ci figli. To sono la preferi Ho promesso a Ici: Il teatro, ma quando stilo .il tuti, sotto ci sla una brava ragazzal

Lui neppure pensa che ella gli po- trebbe mentire, C'è in lei una fresca luce di sincerità. ù

Quasi tutte le sere andavano a teatro insieme. Dopo la rappresenta- zione, egli faceva ii palo all'uscita: ella arrivava, ‘affannata, prima delle compagne?

T'ho fatto aspettare, di'?

Domani non vengo egli di- ceva ogni sera, Ho da studiare. Era un disagio per ini che ella gli oflrisse la poltro-

na. E si tradiva: Potrei anche : andàre: in: loggione. Ella. insisteva: In platea mi sembri più vicino, °

Avevano preso: a darsi del tu, così, come Îra colleghi,

C'era uno. stràno pudore fra loro. Se quando ella era in scena, pensa- vara C8 Marcello che mi vede », non ci riusciva più in quelle sue tro- vate estrose e un poco audaci che te- nevano il teatro suli filo del aio ca- priccio. Glielo aveva detto anche-il direttore della compagnia,

« Da qualche tempo: non. avete fantasia, Non basta saper. la” parte, cantare a tono le vostre arie... sfar- fallare sulla punta «dyl- pollice, Tutte Je sere ci vuole una frase, un gesto muovo. Improvvisazione, mi capite? Questo è il segreto. Ora £ un'occhia. ta, una battuta nuova. nel dialogo, ora è un punteggiare le note di sor- si,’ sottolincando. Ja: frase. musicale con nni sgambetto. Del brio, ci vuo. le, che diaminel n. Ma ella non di ceva questo a Marcello, né. le, insi- muazioni delle colleghe; Sentiva che ne nvrelibe arrossito, come al tempo in cui ella non usiva il belletto.

Fu lui a tradicsi, una sera:

+ Odlioso, quel tenore, E poi an

che tu mi fai rabbia. Nel duetto dei baci, sembra tu lo faccia apposta a scoccargli una dozzina di baci in più di quanto il ritmo lo richieda.

Ella alzò le spalle: ‘Per quello che contano Ma 1 ina parola d'amore le aveva dato quel turba mento, i

Per to forse un che d'ira: ma per dni,,. :

Sul portone di casa, mentre indi lava la chiave nella toppa, le do- mandò; -— Cou tanti numi his 1 sempre attorno... Qualcuno ti sarà piaciuto. impossibile che tu non abbia amato,

Non ne ho avuto il tempo, credimi. A dover stare sempre in guardia, e a fare tutte le sere «netti d'amore, impari a non dar valore atle parole. :

Salivano le. scale, ‘co quel - parlar sollovoce, pet non fra rumore, dava

«al discorso un tono di intimità,

Mi sono sentita sola, Non so ghe cosa avrei dato per poter eredere a qualcuno,

Ma l'indomani era come se aves- sero sogunto, Dopo colazione i pene sionanti Ja pregarono di cantare qualche cosa per loro, JI. mentre ella accennava sottovace in moti. vo, per schiarir la voce; diceva, Marcello le »'avvicind: Doma- ni... senti, mi faresti un piacere Cerca un pretesto per non andare alle prove. Io pianto le lezioni, È si. va [uori in campagna, insieme. Ci troviamo una trattoria come al paese. (Ella faceva scor re le mani sulla tastiera cd ave nelte spalle e nel moto della te- sta nn che delle movenze da palcoscenico), | Egli soggiunne: Però un regalo me lo fai. Vieni senza tutto ‘quel rosso quei pasticci. Con la tna fnc- cina liscia. Un vestituccio da due soldi, quello con cui’ sei venuta dal paese, ce l'avrni.. Ce l'aveva. Di mattina per tempo egli passeggiava per la sala da pranzo; elia s'affac- ciò all'uscio, un cappellone da sole calato sugli occhi, bal. bettava: + Se mi vedono gli altri. Un'artista, cnpizci?,

senza i trucco, perde il prestigio. Y: tutta - quella vernice che le da an non so che,

Uscirono tenendosi per nia- no; egli se la trasse. giù per le: scale, di corsa, Per ln :strada, In. guardò sotto il cappellone; una bimba, schietta. e nitida como tutte. IE che vestituecto: di cotone, a righine. ft fe, aveva di tra. le pieghe uno fresco profumo < cli bucato, Egli avrebbe pu- " toto. dire. come ora da» vetrinetta della bottega: dove aveva

comperato. in stoffa, E la padrona:

alta, grossa, col. grembiule e. con. bali, imponente, col metro in mano,

Fu una giornata lutta sole., Il prat: tare aspro dei grilli ricordava i -me- riggi niti al paese; e il gioca irrequie- lo delle foglie, a rabeschi guizzanti, clava an che come cdi gioioga intimità,

Neppure in bacio. Ma era più che ; baciarsi quel: parlare sommesso, la testa di lei posata sulla spalla di In

le Te li farai rierescerò. bruni diceva, e le accarezzava: i capelli, -

Ella gli.alzò gli. cechi in viso, in una; domanda, ‘Egli disse; Quan- do saremo sposati, s'intende, ; a

Però bisogna spicciarsi, —-. Ella aveva nella voce una tristezza vaga: Lo crederesti?. Se penso al duetto dei baci, proprio sento che. non' ci riusco, Mi farò mandar via,

Tigli lo sfiorò i capelli con le lab- bra, salla seriminatura :- dove era. no bruni e prepotenti avevano un soave odore. di mele. sbucciate, ili mandorle fresche, Ecco, sapeva: un odore che ‘risaliva dalla giovinezza «i ni e si confondeva ai profumi nel. la penombra della dispensa, d'estate, E vi fluttuava, come un'eco, la voce di-sun, madre: n Bravo il mio ra

‘Razzo] n. Mario Rupi

RIASSUNTO DELLA PRIMA puntata - la uno sera neb- iosa, Fiora torna a casa. Ed ceco sorgere improvvisa mente dell'ombra davanti a lei, Leonardo. Un tuffo al cuofe, un moto di sorpresa. «Hai ‘paura di me, ora? », le chiede l'uomo. Superato l'istante di sgomento Fiora osa' negare. No, non ha pau- ra, Più che di li ha pau- ra di se stessa. Ha sempre saputo che l'avrebbe rivisto, che avrebbe ritrovato tatto di lui, la suo figura alta, un po’ curva, la stu testa bion- da senza cappello, il sto vol- to emaciato, sofferente.

Egli la guarda con occhi alîncinati, quati imploranti, Sono passati sei mesi dall'ul- lima velta che si sono visti,

loro due, Ed erano stati, per lei, un martirio eterno. Viuto il primo smarrimento, Fiora vorrebbe ribellarsi. Cominciava a essere tranquilla, a non soffrire più: perché è ritornato?

«È dunque vero quello che mi hanno detto, che sei fidan- sata? » chiede Leonurdo, il volto ansioso proteso su di lei. E Fiora, alzando îl viso di scatto, lo guarda negli occhi qua- si per sfidarlo, a Sì, è vero » dice. « E questa sera si cele- brerà con una festa, Îl fidanzamento ufficiale », Leonardo non cnole, non può crederto, Fiora won puù essere cambiata. Solo gli altri possono essere riusciti a staccarla da lui,

Gli altri, cioè è genitori, i parenti di Piora, che vedevano di malocchio questo amore di Fiora per Leonardo conside» rato un «buono a atdla n, us incapace, un ragazzo senza posizione e senza volontà, E la loro suversiorie. si è man Jestata in mille modi, è diventata una tortura, rin iormento, per Fiora, Così, dopo nn'amara discussione, Fiora e Leonar-

de si sonò sinecati, si sono lasciati. Sei

lenzio. E Fiora, cedendo alle pressioni dei suoi genitori, si è fidanzata con Ottorino Respi, un giovane a modo, posato, serio, che può darle la tranquillità se. non proprio la fe licità, Fd ora, ecco, tra breve sand sancita questa promesta..

Ma Leonardo scuote il capo, incredulo.

è possibile », ripete, ostinato, convalso. E liara, quasi per una sfida temeraria e disperata, lo invita u venire, la. soia, alla festa di fidunzamento. Cost la vedrà felice, al braccio di Ottorino. E fugge în casa prima di pentirsi del gesto av

a mamma apparve ad un

tratto, sagomenta, sulla soglia. Tremò: È in concepibile, Ha osato

venir. qui. Che cosa dol biamo fare?

Giunse anche Giustina, affamata, colpevole di aver lasciato passare l'audaco: Oh, signorina, che cosn dobbiamo fare?

* Quello parole, ceco alla sua do- manda, le suonarono assurde, E odiosi quei volti allucinati, come se in casa fosse entrato 1‘ assassino: ccome fossero entrate la sciagura © lo scandalo. Le guardò un monien-

to, attonita. È an pensiero fe illa

minò improvvisamente tutta d'oni- ma: « Voi non sapete: ma è entrato solfanto l'amore ».

Lo scostò col gesto brusco, tornò nella sala, tra le coppie che danza. vano, 0 le risa, e le vesti lievi delle fanciulle senza pene d'amor

Egli era ancora là, solo, su quella soglia. Ed ella non vide che lui, tra, tutti: perché tutti gli altri erano di. venuti ombre, e soltanto gli occhi di Leonardo erano vivi, ed erano co- me una lue

Quegli nechi senza minnecia alcu» na e senza collera nei quali era sol. tanto una supplice preghiera, una irepidi angoscia.

Andò dritta verso di Jui, come “non tenesse nulli, la veste turchina ondeggianto intorno a lei, il volto calmo.

—- Leonardo...

Niora..,

Qualcuno si «costò immedintamen- te da loro, con un gesto istintivo: ma gli sguardi curiosi formarono su- bito una rete maligna pronta a im- prigionarli. Erano già soli.

Gli occhi si perdettero negli oc chi: Fabbraccio più profondo «degli apiriti. « Perché questo tremito —- alla pensò confusi e questo hit tito del mio sangue, e questa gioia selvaggia che riempie il mio cuoro? Leonardo, tu sei qui... Io devo sel fanto chiederti perdono, e dirti con dolcezza che non dovevi venire per soffrire inutilmente ».

+ Non volevo vettire egli disse sottovoce, ansante, cono avesse lele to nel suo pensiero ha lottato... da dato tempo sona nella « nostra pino Je cose possono muti»

PA

PUNTATA 2

ROMANZO DI

LUCIANA PEVERELLI

mo, Ottorino, che le porta il bellissimo anello di fidanza. mento, Quasi per un istante l'atmosfera di incubo sembra diradarsi, Ma nell'animo di Fiora ritorna il pensiero di Leo- nardo, orfano, solo, scacciato da tuttì, di Leonardo che è forse laggiù, nella nebbia, al freddo, intento a spiare le fi néstre illuminate della casa, È troppo doloroso per lei.

E il pranzo è pronto, la famiglia siede attorno alla tavola. Pure, nel cuore di Piora, c'è una pena, un'apprensione se- gretu. Non riesce a sorridere a Ottorino così buono con lei,

Poi gl'invitati cominciano ad arrivare: lu casu è in breve piena di voci, di canti, di suoni, E tutti complimentano Fiora, così bella pur nel suo pallore mortale.’ E Fiora sor ride, bacia, saluta, mentre Ottorino le tiene stretto i brace cio con tenerezza, con forza, come per sostenerla e per guidarlo, E. Fiora vorrebbe confidarsi în lui, chiedere aiuto.

È quasi mezzanotte: forse Leonardo non verrà. Fiora ©

lunghi mesi de Ottorino ballano e,

«Non è vero, not

l'ha ancora veduta.

re aspetto! La tua casa sembrava un'altra, Vedevo, le finestre illumi- nate, le ombre delle. coppie, sentivo il suono della musica.,, Avevo freddo,

Avevo freido ». Queste: parole

le trapassarono l'anima facendole ma- -

le come se c''a stessa sentisse il freddo da lui patito,

Povero amore, como un mendican= te, giù a spinre fuori delle finestro, nella nbtto triste; nella notte di neb» bia. L'anima si piegò su di lui, te- nera 0 pietosa,

Gli toccò fugacemente: una mano? In senti di gelo: allora la strinse, af. fannosa, come. per scallarla.

Leonardo... mormorò.

La musien era cessata: andavano o venivano ancora le coppie, risuo- navano le parole, le risa: ma infor no a loro si era formato un breve alone; si era fatto un sospeso silenzio,

Da un angolo della sala, come/im. pietrito dalla sorpresa, Ottorino li fissava; ancora iberedulo,

Non devi aver paura di me, Fiora disso Leonardo, Non de- vi proprio, + supplicò. Non guardarmi con occhi così sgomenti. To non voglio farti male. Soltanto volevo essere certo, Adesso ho ve- duto: ora me ne asedrò,..

lla non sciolse la stretta della sua mano, anche se non osò dirgli: « Ri- mani ». Soltanto domandò, a bassa voce! Sono davvero sgomenti i miei occhi?

L'orchestra ricominciò a suonare: un valzer che una sera lontana, quasi un anno prima, avevano ballato in sieme in un piccolo locale di sludenti e sartine, di serve e soldati, della periferia, dove si erano rifugiati colti da un improvviso acquazzone. Tne- briati dall'atlegria di quella gioconda e sconosciuta giovinezza, di quella avventura, di quella loro prima soli tieline in un mondo quasi sconosciu- to; ella un po' paurosa, egli fiero di cassero protettore.

Un'ombra di sorriso fu sul volto di Fiora. Ricordî? domandò, Vuoi che balliamo? + egli

Chisae. -. AI, no, Leonardo... questo no. Fit come un ultimo fugace lampo di coscienza: guardò attorno, in- travvide il vollo appuntito, diale- licamente divertito delle “sorella u il volto pallido, duro, stranamente im-

ici disperati del suo cuore.

ventato, In casa fervono i preparativi per lu festa: tut- ti sono occupati e lieti. Ma Fiora nom sa tacere: chiama la mamma e_de confida che Na incontrato Leonardo è che lo ha invitato alla festa. La notizia getta lo sgomento, la angoscia, nelle. casa. Unica speranza è quella che Leo nardo non venga. BE se dav- vero venisse, la mamma de- cide di non accoglierlo, di non lasciarlo entrare.

Fiora ondeggia tra la spe- ranza e il timore. È combat tuta dull'amore per Leonar- do che sente risorgere pre- potente nel suo crore, e dal sentimento di lealtà verso Ot- torino che è stato verso di lei tenero, premuroso e devoto.

Ed ceco giungere, per pri

quasi subito, Fiora vnole arrestarsi, È

stanca, ha la gola arsa, ha sete. E improvvisamente, ecco, Fiora si volta di scatto. « Sciisami, Ottorino... un momento. Vado in camera mia, » dice. E fugge, spaveitata, affranta, Si rifugia nella sua camera e chiude precipitosamente la porta,

Perché egli è là, sulla posta che in anticamera; sta solo .sa quella soglia, i riccioli biondi spettinati, spalle un po' curve, Ha gli occhi allucinati; la cerca wa le coppie, non

Fiora, in camera sua, comprime i bat- Che accadrà, ora? Che accadrà?

passibile di Ottorino, e il gruppo dello amiche ‘intime, raccolte nel- l'angolo, sussurranti, *

« IHTanno veduto tutti: tutto. Che debbo fare? ».

Non vuoi ballare con me, Tio. ra, l'ultima volta?

« L'ultima volta. Ebbene, che mi importa del mondo se è ultima volta? ».

« Ecco le sue braccia intorno al mio corpo, come in quel giorno lon- tano che musica o pioggia cantavano insiomo la mia felicità: ed ecco, io sono ancora una volta contro il suo petto. ‘Bisogna che assapori questo istante, bisogna che non lo perda: è l'ultimo istante felice! », Felice? SL éhé si.ora sciolta alfine ed era scom» parsa tutta la pena che aveva sof- ferto durante quei mesi 6 perlino il ricordo del male. «Sono stati dav- vero sel mesi? Davvero ho sofferto? si domandò. Ma io ora ho tutto dimenticato... E tutto è stato un sogno, Chi ci ha voluto separare? Chi ci ha divisi tanto tempo? Ora non soffro più, linalment

Così seppe di aver sofferto senza tregua, senza pace, fino a un attimo prima; fino a quando Leonardo l'a- veva serrata nelle sue braccia, fino a quatucdo aveva sentito la sua voce, e veduto, i suoi occhi, anche quando credeva di essere tranquilla,

La musica era dolce, e li cullava; e li portava lontani da tutto e da tutti, in un mondo irrvale o voluttuo- so. « Siamo soli, amore mio, e tu sei mio, 0 io son tua... e niente ci divide, in questo bonedetlo istante ».

Con quale ebbrezza la mano di Fiora si posa nella mano del giava- ne: è come se ritrovasse il suo nido e il suo riposo: come si conoscesse la forza e la dolcezza e il calore di quel palmo; come se ella fusse una parte di quella mano.

0h, Fiora...

« Anche lui dunque non sa più nulla di quanto accade? Anche lui umo?

ora sanno

mi ama como io lo « Che cosa importa, dunque, tutto il resto? Forse in ho vissuto la mia

pena, ho sofferto la mia agonia, 501- tanto per conoscere questi gioia di- vina.

e Da aggi comincio a vivere: da oggi: splende ‘il zole, da oggi ‘esisto, dunque, Perché Leonatdo mi ama

como jo lo amo. E io non avevo mai osato crederlo. È questo che mi ren- de forte, sicura, viva. Ora non m'in- ganno:; lo sento dal suo braccio che trema, dal suo labbro che sfiora i mici capelli ed è arso di febbre, dai suoi occhi che sono lucidi di pianto.

Fiora... egli chiamò piano,

Alzò gli occhi su di lui, vividi di una luce d'amore e di felicità.

Mi vuoi bene, Fiora? Ancora, dimmi, ancora?

Ancora, come sempre...

« Oh, so almeno lo musica conti- nuasse ancora: quando finirà dovro mo davvero ripiombaro nella realtà, ed essere separati? »,

Con l'occhio smarrito ella si guar- attorno: ogni cosa era come die- tro un velo di nebbia, Ma si accorse che erano quasi soli nel salono, E che da ogni angolo, spiavano, gua: tavano cechi maligni, sorpresi, indi- guati, pronti a distruggere l'incante- simo, Allora, con un gemito, abbat il capo sulla spalla di lui; per non vedere, per non sapere.

Tanto, che importava più? Ormai nulla si poteva più salvare, nascan- derel Non si poteva più mentire! Ottorino non era più nella sala. For- se aveva lasciato la casi,

Ma i tre musicanti, innocenti © ignari, videro l'amore trasfigurare i loro volti, c nou cessurono la musi- ca, credendo che loro due fossero i fidanzati c volendo prolungare la gioia di quella danza, Fiora lo com- prese,

E il cuore allora fu tutto un'on- da di gioia, « SÌ, noi siamo fidanzati, To e Leonardo: è lui che amo, ed è lui l'uomo che mi ama »,

Ma egli, pauroso che la musica finisse, che lo dividessero da lel, le i in una febbre: non è vero? Dimmi che hai dimenticato il male che ti ho fatto... Rinnego tutte le parole pazze che ti ho dotto un giorno; parole forse suggerito dalla coscienza: della min miseria materiale o spirituale, Ma ora tu puoi essere mia davanti a tutti: io posso spo- sarti, Non ho rimocso di farti perde- ro nulla a cui tu abbia diritto... Non sono più il pazzo senpestrato di un tempo... Lavoro, guadagno. Aspet- tavo di potermi presentare degni- mente a fo, Per questo lacevo. Ho un lavoro onesto; non saremo rie chi, ma non ti mancherà niente: k0- prattutto non ti mancherà il mio amore. perché fo ti amo, come nos» suno potrà amarti al mondo, e tu devi perdonarmi... Ora lo died ni tuoi genitori, che io sono degno di te chie io sarò un altro uomo, che non debbono farti ostacolo: di' loro che sarò presto ‘tanto ricco, e che non ci possono più separare, non è vero? Cho tu non puol essere d'altri...

Si, sì, Leonardo, amore mio: sì, come vuoi, Non posso essero d'al- tri se tn mi ami: io to mevo che tu non mi amassi.,

La musica cessò: si spezzò l'incantesimo: si trovarono, le ma- ni ardenti, strette, febbricitanti l'una nell'altra, quasi av- vinghiate, gli occhi perduti negli occhi.

Ella susurrò con voce ferma; Hai la mia parola, hai ln min promessa, Leo- nardo, decidi lu, quando vuoi, come vuoi, Ora vati, ti supplico.

Egli travorsò la sala un po come. pazzo, È capelli scomposti, senza guardar nessuno,

Id ella rimaso immobile, blanca come una morta, im- provvisamente svegliata. Si passò trasognata una mano sulla fronte,

Subito le furono attorno tre, quat. tro fanciulle: smarrita, cercò sui loro visi, sulle loro espressioni concen- trate 6 curiose, maligne 0 sconvolta, la realtà di quanto era accaduto,

-- Ma Fiora,., che cosa ti ha det

Qeorgas Flamant è atato Horitturato con sua moglie, Vivinza Romance, dalla fHonlera Film, I due sono già. a:-Roma, dove hanno Iniziato | lavori negli Hta- bilimenti della Circonvallazione Appia:

A (INEMALITRZIONE

to? Ti ha minacciato? L'erché hai accettato di ballare con lui? È stato uno scandalo... Anche quelli che non sapevano si sono accorti... Oh, Fio

ra... Perché hni fatto questo? Le guardò, attonita: ma poi, trionfante, raggiante come annun-

sicura di vittoria:

ciasse una sfida jo... lo amo: io lo

Perché... amo ancora!

Un silenzio stupefatto, Che strana festa! È come un fuoco d'artificio finito in un gran buio,

Con voce mutata cella domandò: La mamma, dov'è?

Udi la voce stridula della sorelli- na: È in tinello: sta male. Per colpa tua e di quell'individuo, to) vero che l'hai invilato tu?

Calma, il leggero abito turchino fiuttuanto, È capelli un po' scompo- sti, ella traversò il corridoio, passò tra i grappi silenziosi.

Perfino lo musica (aceva: che mai ora accaduto perché tutti dovessero stupirsi, Indignarsì cost? Una scanda» lo dunque così grave? Un dramma? E perché allora il suo cuore ora divi namento leggero, come fosso guarita du un incubo?

Una parola, Fiora!

Ottorino lo miso una mano sulla spalla, Il suo volto era ancora in Nlessibile, duro; senza cattiveria, sen- za bontà: una maschera.

Ella lo segui senza parinre nell’ane golo dave paco prima le aveva offer. to l'anello che ancora le splendeva al dito;

= Perché non «dirmi prima? Sa- relibo stato più onesto, liora,

Ella ora di fronte a lui, dritta è pallida: non con umiltà, ma senza tracotanza, Ti pensiero era questo: «la tutti i diritti; può dirmi ogni cosa che voglia. Non posso affender- mi, ribellarmi n.

e Da te, così limpida, non mi aspettavo questo. Potevi dirmi, sin ceramebte, che il tuo cuore non era

libero, che non avevi ancora rinun=.

ciato alla tua follia, Non ti avrei impottunata più, lo sai.

Ella non rispondeva: lo guardava dolcemente, compassionevole, :

Rispondi qualche cosa! egli esclamò con durezza, como solfocnsse.

-— Nan lio niente da dirti, Otto rino, morniorò, +—- Soltanto devo chiederti perdono,

Cho cosa intendi dire con que- sta vaga frase? egli fece, aspro. Di che cosa intendi chiedermi perdono? DI questa sora, o di aver- mi ingannato per sol mesi? .

+— Ottorino, ti giuro cho soltanto questa ser& ho compreso ron chia rezza che non posso separarmi da Leonardo.

AN degli chbo nn, moto di impazienza, quasi convnlso,

Forse, fino n quel momento, ave- va sperato che ella gli chiedesse seu» sa di un attimo di follia, che si giu»

(BINIISTAZON - i

stificasse. Ora sapeva che non po» teva in alcun modo mostrarsi decen- temerite pronto a' petdonarla: che la dignità doveva. sopraflare amore,

-- Certo, era meglio risparmiarmi questo ridicolo, Sono stato lo zim- bello di tutti, questa sera, e come alla berlinal disse con voce rauca, Sono così mortilicata, Ottori- no, credimi...

Lo disse: «ma il suo tono non era molto convinto, Poiché il motivo di quel valzer divino aveva ripreso a turbinare nella sua anima, esaltan- dola, quasi per proteggerla,

+ lo credo, Fiora, che sia più op- portuuo per entrambi... si, credo... non mi resta altro da fare che resti {uirti lu Lua paroli

Ella comprese d'esser stata erude- lei lo guardò smarrita; ricordò im- provvisamente ciò che cun giorno aveva letto su un libro: u Ciò che farai solfrire in amore, ti un giorno d,

* e Non era possibile --- egli disse con voce rauca, Buona fortuna, Fiorà. Non mi ta che augurarti

rt

questo di vero cuore,

Mentiva per far sfoggio. di gene-

rusità, VEDA lo trattenne per un braccio, tremante, paurosa che l'udio che ve ileva brillare in quell'occhio [reddo le portasse sventura.

«(Non così, ti prego. Volevo di- re: non-separiamoci così... Lo so, lo riconosco, Forse sarei stata più fe lice con te...

Anche lei mentiva. La diceva sul- tanto per scaramanzia, per cdistrug-

“gere la mala sorte.

Sei libera di sceglierti il desti- no clie vuoi...

Ella lo seguì, vstinata, in antica mera. + Ottorino, volevo dir L'anello... ò

+ 0h, puoi tenerlo! Mi farai cosa grata se Jo terrai, Mi offenderesti an- cor di più su tu me lo restituissi. —— È aggiunse con riso ironico: Chi sk che non Li possa servire un giomo.

Quelle parole le diedero un brivi- de d'angoscia e di presentimento. Subito senti di odiare quel gioiello; avrebbe voluto strapparselo dal dito e disfarsenée immediatamente © per rompore la malia del malaugurio. Ma Ottorino se ne era già andato vin, Andato per sempre! Che respiro! Non più aspettare con tremore le.aue vi- site, non più la fatica di essere sor- ridente e gentile,

Insieme a Ottorino se ne andavano tuîti gli altri, dopo essersi consultati n bassa voce: sentendosi ormai inu- tili @ fuori posto, lì. La festa era fi- nita da quando lo strano giovane dai capelli biondi e dagli gechi wllucina- ti ora apparso, improvvisamente, In quella casa. Salutavano appena Iio- ra, non sapendo che. dirle; non sa- pendo se compiangerla a invidiarla; senza comprendere se ella fosse sod- disfatta o sconvolta. ù © In bievo la casà fu deserta: ed ch- be un aspetto squallido e atrano coi fiuoi mobili spostati, e tracce di pas- si. sui pavimenti lucidi, e carte di dolci e cioccolatini sparse ovunque, < I:suonatori rimettevano nella cu- Stodia - gli strumenti, interrogandosi a bissh voce. > i

Fiora; stava in anticamera, seduta sulla cassapanca, un-po' trasognala; e il valzer era ancora. nell'aria, cudi di suono vaga v deliziosa Dal’ tinello usel. finalmente. la mamma, sorretta da Giustina e da

Mariuccia: aveva il volto: giallogno-.,

lu, respirava & fatica,

Quando Fiora gi fermo un attimo, Scoppiò in pianto, agitando un braccioi —.0h, questo non .de- vevi farlo] Non dovevi farlo!

—- Mamma... È scià, lascia: nun. c'è’ più ite ‘da -direl'È per te che io piane Ho: soltanto per te e non per me, finche se :questa sera mi hai umilinta e 'derisa, ;

L= Mamma, devi ascoltarmi un imo- inento! + ella “disse con forza.

La mamma tacque, ansiosa, anco- sperando di:un ravvedimento:

- Leotiardo.., | n O, —— gridò allora + non pro» munciare quel: nome! Non. voglio sentirlo, in casa’ mia.

{Lo devi sentire, mamma --- ellii disse con voce alta, —— perché -vrmal Un deciso ri sposarlo La. qualunque

solrirai

costo! Ho deciso, e mi sono accorta che era una pazzia pensare di fare altrimenti, va È como vuoi sposare ‘un disgra- ziato che non ha un quattrino in tasca? Vuoi andare a mendicare per lui?

+ Non agitarti, mamma disse Marinccia, finirai col star peggio.

Leonardo riprese calma Îio- ra, ormai stranamente tranquilla, or- mai pronta ad affrontare tutto, così sicura che tutte le parole degli altri ale vane, prive di senso. mardo è venuto a dirmi che lavora, che guadagna: che è in gra- do, ora, di potermi sposare, di po- termi mantenere, Ave pettato a ritornaro da me appunto per poler- mi offrire onestamente sicurezza, ed

a vuoi che ti of-, fra quel ziato? Un uomo che passa le sere al callè per scrivere, per comporre? Gli nomini normali lavorano di giorno, e non di notte! E un mentitore, un bugiardo: non ha nulla da offrirti; è venuto qui soltanto per distruggere la tua fell cità, come un demone maligno!

+! Mamma, badal ella gridò. Non insultario, se non vuoi che fugga ora, se

tion vuoi che corra a rag- giungerlo, Questa not- lu atessat 5 - ;

La maroma ebbe'un gesto dispera- ta:.<— Va puro, vuoi) Che mme porta ormai the tu scappi adesso o che tu aspetti qualche giorno? Che

tu do-sposi 0 no?:-È egualmente cor,

motu volessi implecartit Preferirei vederti morta! Mortal Mortal + ur- lr ‘come pazz n

«— Tacil disse Lil. babbo, fino a quel momento era stato muto © immobile, ‘a guardare la figliola.

I papà sono. spesso’ lasciati al. di fuori delle beghe: amorose di fami. glia: no-giunge s loro soltano l'eco, ché le mamme spesso nascondono v velalio, ‘comprensive, Poi, : viene il giorno del dramina, ed essi vi si iro- vano coinvolti; spaventati della gra- vità, della. profondità di quello: che avevano giudicato capriccio di bim- La, sogno leggero di fanciulle.

come vuoi sperare di avere felicità

che:

Vieni con me, disse a Fio rat Lascia la mamma tranquilla. Vieni, bambina, }

Pensava:; «Le parlerò io; con quattro discorsi le farò. comprendere ogni cosa: bisogna prenderla con dol- cezza: le donne, talvolta, non san- no fare n. ì

La guidò nello stadio, sedette in poltrona, lattirò, sebbene ella fosse riluttante, | sulle ginocchia, come quando era. piccina, Oh, non cera for- se ieri quando egli la callava: sulle braccia, ed ella, i grandi cechi spa- lancati supplicava; « Ancora, pupa- rino, racconta ancora... n.

Bambina mia, ragiona: tu sni che noi ti vogliamo hene: sai pure noi vogliamo soltanto la tua felicità...

Voi non sapete quale sia la mia Felicità ella rispose, assente, l'oc- chio perduto,

IN valzer turbinava nella sua ani ma, « Oh, Leonardo, vieni presto; portami presto via di qui, portami: con te, che io non li senta, che io non li ascolti più ».

Perché non dovremmo saperlo? La felicità è Ja sicurezza, il benesse- re morale e materiale: è avere al fianco un nomo degno che ti pro- tegga, che ti sia fedele compagno. E

da un ragazzo seriza voglia. di lavorare: un giovano sta» pestrato, Suori della vita, ignaro di ogni praticità? Un uomo soprattutto che ti ha fatto tanto soffrire?

Lo amo, papà, ;

+ Ma l'amore è una cosa che pas- sa, bambina mia, Come un gran. fuo- cole nia. volla che. sarà spento ti ° troverai vicino. un iiomo inetto; che disprezzeral. E tutta la tua vita sarà distrutta, funga una vita, bambi* ‘na mia: ma una vita triste è insop- «portabilmente lungal E tu, per il ca- spriccio di un'ora, giochi. tuttp il {uo ayvenire ù

Ella obbe un sorrisò melanconico :

+ Come vuoi che ci comprendia- mo, papà? Parliamo un diverso lin. guaggio,

Ma io parlò il linguaggio della saggezza, bambina mia. E tu quello della follia! » .

. Ella si alzò di scatto: -— Oh, bali bo, ascolta. Quale reputi tn più gra- ve follia? Viver mortalmente infelice vicina a un uomo che ti è indiffe- rerite o dividere l'esistenza e i dolori

0 le pene e le gioie dell'uomo che adori?

Avrai solo da dividere pene e guai! dissa il padre con tristezza; d'un tratto scoraggiato, come sog- giogato da una forza oscura e nemi- ca; hen più forte della sua volontà, e forse più forte della volontà di sua figlia.

<—- Tanto peggio per me, babbo, se io son disposta a sopportare ogni COSI,

Il babbo sveva il capo chino: Per noi sarà atroce*pensare di aver- fi perduta, pensare che tu sofîra...

Ella cadde in ginocchio davanti a Ini, gli prese una mano:

—- Oh, babbo, basta... basta que. sta guerra inutile in cui entrambi ci dilaniamò inutil- mente, Ognuno sopporti il suo destino..;

Gil appoggiò un momento-la. fron- te al palmo della mano;

+ Non dovi temere per me, Leo- nardo cambierà. Ha bisogno di una donna, di ina donna che.lo ami al suo fianco! E poi satà un altro uomo.

2

Un cielo duro, grigio, cielo di ne- vo: già qualche. stellina gelida co- minciava a turbinare nell'aria. La «via del sogno » era immersa in un sognante silenzio, Fiora aspettava già da qualche minuto: era scesa troppo presto, lo sapeva; ma già l'ansia co- minciava a toglierle il respiro. In veco egli giunse, puntuale, come ave. vano convemito la sera prima, Sen» za cappello, il volto serio, ‘con quel suo fare risoluto e insieme. distratto. Non sorrise, quando Ja vide: ma le mise subito sulle ‘spalle le sue mani forti e calde. S

Com'8 andata? Che;cosa è Ac- caduto, ‘allora? ì

Erà smorta, sotto il-rossetto: ave vai capelli un po' arruffati, gli. oc- chi gonfi. Disse, in fretta: Sorio libera. Hanno tentato ancore di dis suadermi: ‘con la’ dolcezza, questa volta: ma è tufto ‘inutile ormai. Tut-

to è deciso, tra di noi, non'è vero? Tutto, Ascolta; occorreranno ancora quindici, venti giorni prima che le mie carte siano in regola, che le noiose . pratiche siano shrigate. Cose di cui non m'intendo, ma ho un amico che mi ‘aiuta. È meglio che durante questi giorni non mi vedano qui, intorno alla casa. Ti lasceranno in pace, ed io sarò più tranquillo. Ora bisogna soltanto fare presto: tu non devi preoccuparti di nulla. Quando tutto sarà fissato, per la ce- rimonia in chiesa, ti manderò un bi- glietto: soltanto la sera prima. Per- ché uwessuno si metta in. sospetto, perché- nessuno, possa ostacolarti.

-— Sarò pronta: sempre.

Ci troveremo qui, la mattina del nostro matrimonio. Nella « via del sogno », come per ui appuntamento qualsiasi, Cerca di uscire senza avvisare nessu-

rn i no. Meglio che nessuno sappia, non tl pare? Ho tanta. paura: di tutto e di tutti. Non preoccuparti se non avrai mie notizie per qualche tempo.

No.

Qualche fiocco di neve si era po- sato sul suo cappotto: ella gli ca- rezzò le spalle, lievemente, ri tranquilla, non'è vero?

Tranquillissima,

Si chinò: a baciarla. teneramente:

-—_ Arrivederci, amore;

Si allontanò rapidamente: all'an- golo della via si. volse, e la scorse ancora .immebile, vicino alla. pianta, come trasognati. La guardò un istan: te; poi ritornò sui suoi passi palli» disalmo, con l'aria decisa; strabità.

Fiora, tu sci pentita!

Ella gli prese con gesto convulso una mano.

—- Perché lo dici? No, affatto, Di che dovrei essere pentita? |

Il: nostro matrimonio: sarà una povera cosa, fatta di nascosto: ben diverso dalla ‘cerimonia ché ti ave- vano preparata... î «i

“= Oh, Leonardo, perché riparlare di questo? (contitina)

Luciana. Peverelli

lo.»

rieste è una città super- ba » aveva scritto Va- leria all'amica. «Vor- rei fossi tu'ad inan- gurare la camera de-

i gli ospiti; e non di- menticare che devo presentarti il bambino »,

Tanto aveva scritto, tanto aveva insistito che Carola aveva finito con Vaccettare l'invito. « Mio marito parte per un giro d'affari »_ aveva seritto a sua volta; « Finalmente ‘potremo rivederci e stare insieme come se si trattasse dei vecchi gior- mi di scuola ».

E Carola era arrivata: eran tor- nale ragazze, allegre come scolarette improvvisamente rinate, chiacebieri. ne come due cingallegre, pettegole come due comari, u Ti gicerdi?... ». «E quella volta... », « Sai, ln ta- «E sal chi ho rivisto? ». « Questa poi non me la sarei mai immaginata ».

Valeria era avida: Carola raccon. tava, parlava come una macchinet- ta cominciando il mattino quando l'amica andava a interromperle. il sonno appena Îl marito se n'era ane dato in ufficio. Valeria aveva lascia- to Incsua città da un paio d'anni, da quando aveva. sposato un inge- gnere navale e si era trasferita a Trieste, Carola, si era sposata poco dopo rimanendo nella stessa città,

To sono felice, ma mi sento un po' sola qui. Non ha avatò an- cora tempo di ambientarmi, -— ave- va. dotto Valeria,

I piccino la rallograva: aveva un dente solo in mezzo alla bocca sem- pre spalancata per urlare in segno di protesta. perché aveva fame

Poi c'erano tante passeggiate da ‘fare nei dintorni: sul mare e verso i monti, Unn ‘parentesi spensierata e gaia nella loro felicità coniugale,

ve To quasi l'impressione che tu mi trascuri —. aveva detto a Vale.

rin, mezzo serio mezzo ridendo il marito, Non me la immaginavo così bella ‘Carola. Il giorno del ma- trimonio, che fatica quel ricevimen. to, ricordi?, non le avevo quasi ba- dato. E poi tu me me parlavi sem» pre come di una rnigazza spotlinata e. scalmanata, con lo vesti in disor- dine e le calze strappate... Si a tra- sformata in una splendida donna, quella: ragazzotta. if marito, co. mo è? :

+ Non lo conosco molto neppur io. Era din uomo abbastanza anziano che froquentava la sun casa e che it vedevo spesso. Ma rion faceva parte del gruppo di noi ragazzi, Tr stata una sorpresa quel fidanzamento. Si vogliono molto bene, Certo Caroli si è trasformata ma per me è rima. sta sempre quella ragazza « dindo- lona » dai piedi troppo grandi e dalle mani troppo. lunghe, Non rie- seo a vederla diversa.

Ma anche Valeria, la piccola e semplice Valeria, si eva (rasforma- tu. C'era in bel cinguettare Il mat- tino appeun sveglio e ricordare certi famosi fiaschi, e le versioni latine e le scappate al pala del ghiaccio in bre di scola. Non eran più due scolarette: eran due donne, anche «e nei loro discorsi i mariti, la casa, le preoccupazioni domestiche non occupavano tm gran posto.

Bisogna che pensi a rifar fa- gotto diceva ogni tanto Carola diventando seria, Si capiva che l'as- saliva. improvvisamente lo. atruggi. mento della sua casa, il desiderio di rivedere il marito.

a Lo sai pure -che ‘non puoi an- dartene se prima non abbiamo esan- rito lutto i} nostro programma + protestava In sun ospite intransi- gente, TI fosteggiamenti non sono ferminati: c'è ancora la gita a Po- siumia e quella a Zara. E un pallo, Dopo, chi s quando potrai tornare. Questi uomini, in fondo, ci hanno diviso. Non ti pare?

E avevano riso allegramente.

Proprio quella sera rientramlo per il pranzo il marito di Valeria disse

LISA EROI

Lgena

AA ATI

(I)

NOVELLA

alle due donne che stavano giocan- do col bambino sedute a terra sul tappeto:

Saptte cosa vi ‘ho poriato, belle signore? Ecco qui: tre bigliet- ti per Zara, Sveglia domani mattina alle sette, Vi var

Evvival esclamò Valeria Certo può andare purché .si ritorni presto nel pomeriggio, Devo dare il latte al bambino. Una pappina di mezzo ci sta, ma non di più. Tutto provveduto le disse cerimoniosamente il marito.

Il mattino seguente . annunciava una giornata radiosa; uscirono anche troppo presto e per aspettare l'ora delli partenza presero il cappuccino al caffè della grande piazza «esorta. N mare era d'un azzurro argentato già solento di barche e di vele, c'era una nave ancorata nel porto e l'i. drovolante, in attesa di partire, si dendolava pigramente sull'acqua.

Quando fu l'ora salirono sulla piccola lancia che doveva traspor. tarli all'apparecchio, estatici e muti davanti a quel mare meraviglioso, Nell'apparecchio presero posto gra. vi e sorridenti, poi il rombo ass dante «el motore li isolò come se tutti e'tre fossero soli, Senza scosse, leggerissimo, l’idrovolante si. solle vò: ora il mare slava sotto di essi, luccicante come uno specchio fatto di gemme. L'idrovolante: sl alzò an- car più e si allontanò verso est, Da un lato c'era sotto il litorale che pareva una carta geografica colorata di quelle che si fanno a. scuola: verdi le macchie dei giardini ombro- i, poi quelle rosse dei Letti delle case uguali allo formino dei bambini, @ l'oro pallido della spiaggia: Porto Rose, Parenzo. Poi l'apparecchio si inoltrò nel ‘mare aperto, AL largo l’acqua eta più limpida e meno scin- tillante al sole, interrotta da mac. chie smeraldine e di madreperla. Poi disegnò un minuscolo arcipelago di isolotti magici; l'apparecchio fece un largo giro, virò di bordo e am- marrò. Lussimpiecolo: c'era da con- segnare e da rilirare la posta. Doi si .risollevarono di muovo e via an. cora mel cielo, sopra quelle isoletto incantate e quello specchio «di ma- dreperla o di smeraldo.

Quarido scesero a Zara orano un paco storditi: si sorrisero a vicenda il loro stupore e il loro piacere, ,

DI ANTONIET

darsi che all'ultimo momento qual- che passeggero non partisse. È tut- taltro che improbabile.

E allora, visto che non c'è da disperare, propose il marito andiamo a fare un bel giro d'ispe- zione e poi a colazione -— e così di- cendo prese sottobraccio le due donne,

Bighellonarono pigramente lucer- tolandosi al sole per la città antica merlata di torri, poi lungo la pns- seggiata che dava sul mare e final- mente si recarono in una caratteri. stica. osteria che odorava [fortemente di pesce.

Nessuno fece parola sull'incidlente del ritorno; erano certi che tutto si si sarebbe acomodato e non voleva- no guastare quella splendida gita. Invece le cose si misero al peggio: l’idrovolante em al completo e Va. leria impaziente di partire.

Salutò il marito e l'amica che re- stavano montando da sola sulla bar- chetta:

Arrivedorcì a domani, dis- se allegramente,

L'apparecchio si sollevò dolcemen. te dall'acqua che si era fatta più cupa. Ancora quelle splendide mac- chie smeraldine Vaffascinarono, an- cora quelle isolelte che parevana fia. ri dissominati sull'occano,

Arrivò n Trieste quasi senza avvederseno, tutta. presa dal- Pincanto magico del volo, Allora guardò ansiosa. mente l'ora: cora tardi, il piccolo, certamen- ta, doveva essere affamato. Montò in un tassl c si fece poriare a ca- sa di Îrettà.

Hai corso il rischio di restare senza merenda, gio vanotto mio, di al bambino che succhiava avidamente, Sarebbe to un. grosso guaio, Ora ba- sta, altrimenti fai indigestione, ; e non sarebbe la prima volta,

Tranquillo e soddisfatto: il bam. bino si era addormentato « nel son- no continuava a suceliiare, Valeria lo guardò’ estasiata poi si alzò dol- cemente ‘per depositario: nella culla,

Tu. proprio in quel momento cho suonarono alla porta. Ma léi non vi

Volete favorire.negli: uffici? bad, Lo squillo si ‘ripetè, di fl a

disse un inserviente,

C'era qualche. piccola: formalità, che sarebbe subito sbrigata..

A che ora riparte il postale? chiese Pingegnere,

«— Alle 15. Voi dovete ripartire? chiese l'impiegato adocchiando il gruppetto,

+ Certamente.

—- Ma non è possibile, Non nve- te prenotato. i posti. Ne abbiamo sol fato uno.a disposizione,

+ Non ci ho pensato, Non cre. dovo fosse necessario, quando ave vo già. i biglietti. :

Mi spiace, disse l'impiegato.

-- Ma sal, in devo assolutamente tornare, proruppe Valeria impe- tuosamente. Per il bambino. Un pasto c'è, #

Ma noi siamo in.ire -—— le fece osservare, il marito, Forse ci sarà un, vaporetto in giornata:

L'impiegato scosse il. capo, È partito stamattina presto. Dl servizio per mare c'8 ogni duc giorni, L'idro. volante è giornaliero, Arriva il mat. tino, e lo stesso apparecchio riparte il pomeriggio. Poi, noi qui, siamo di nuovo isolati.

e Ma potremo hen tornare con uo freno + disse finalmente Carola.

L'ingegnere sorriso, Niente da fare, signora ignorantella, Siamo in capo al monto,

«- Intanto, se eredete, prenoto il posto. per In signora + s'interpose l'ufficiale. di servizio. Potrebbe

pochi minuti.

Allora. passò dalla cucina per av- vertire.la donna; non c'era, proba- bilmente era scossa fare qualche commissione. Andò ad aprire lei stessa e, sbalordita; si trovò dinan- zi, sorto come-un fantasma, il ma. rito di Cirola,

Oh, estlamò sorpresa, i fu improvvisamente colpita dal fatto che sua moglie non cera li, iu un colpo di fulmine: si sentì imbarnz- zata come una colpevole 0 unn com- plico, e avvampò tutta sentendosi vacillare il cuore.

Accomolatevi, —- disso cordia. le ma senza riuscire a frenare del tulto il tremito della voce, £ una vera Sorprese,

Una combinazione, disse Dani; ero a Venezia per affari; Mi son detto: vado a salutare Carola cose la sua prepotentissima amica Valeria glielo concede ripartiamo in- sieme. Sono molto lieto di vedervi, signora, noi ci conosciamo così po- [Ci PRON

+ E vero, —— sorrise Valeria. Oggi, dovete sapere, ci è capitata una ‘autentica avventura. Le vitti- ino sono state Carola e Guido.

E mezzo sorin, mezzo sorridente, gli raccontò come slavano lo cose. Dani l'ascolià con un viso ermeti. co e freddissimo, senza interromper- la mai, senza aiutarla 4 superare Î1 suo imbarazzo. £

> Non ci resta altro

gica

da fare che

TA MONTI

aspottarli, concluse semplicemen- te Valeria. —- Naturalmente stase- ra pranzerete con me,

Con piacere, accettò Dani correttissimo, senza lasclar trapelare nessuna contrarietà.

Alîora,.se mi permettete, vado a dare gli ordini, Le pareva di offocare, non desiderava altro, fus se solo per un attimo, di sottrarsi alla presenza di Dani che lo incu- teva pena e soggezione,

Aspettate, egli la pregò, Vi propongo, invece, di uscire, Pro. farite?

Cerlo, avete ragione, accel- td Valeria. Sacà più divertente.

Hu un pranzo strano: andarono in una taverna elegante e alla moda, C'erano dei fiori sulle tavole @ dei fiori luminosi sospesi nell'aria e una musica cho mettova addosso un lan- guore molle.

“rova loro che ogni gesto, ogni sorriso si ri

‘rante di lusso, da sola con quell'uomo’ £

1) |Un allegro duetto: Alioo Brady e Charles Winningera, 2) Doroten Kent, - 3) Tom Brown @ Dorotea Kant, « 4) Do- rotea Keub sorridonte tra Frank Jenka 6 Tom Brown, 1 protagonisti.

i La scelta laboriosa della lista, sotto | ch consiglio sagace di Dani la «istrasse:. orà m sorridevano disinvolti, come se a quel tig volo non fossero stati soli ma in compa eb gnia di quegli altri due che in quello stess} la momento pranzavano, essi pure soli,.ij un'altra trattoria che dava sul mare, sot! quello stesso ciclo fitto fitto di stelle, dal

potesse identico laggiù. e quell'idea fissa 6; le segreta li teneva legati c nello stesso tempéi 7? li estraniava. E Non avete appetito? chiese Dai banalmente vedendo che Valeria aveva. ap:| P! poggiato, arresa, le posate sul piatto, i TN boccone non voleva andar giù. Sut tamente sbigottita la donna si era chiesti ad un tratto che faceva Il in quel. ristos

quasi estraneo seduto di fronte a lei. Egli capì di aver-fatto una scioc- ca domanda che non chiedeva al cuna risposta e continuò a nian- giare. lentamente, facendo un grandissimo | sforzo per non imitarta, Ora ella lo osservava. at- h tentamente come se lo ve- desse per. la: prima volta; un viso duro c asciutta, una testa liruna con mol- ti enpelli bianchi alle tem- pie. Un uomo affascinante, con quell'espressione inal- forrabile 6 senza. sorriso. Continud' n fis- sarlo come allu- cinata: un, estra- neo, anche se ora Îl marito di Ca- rola, che pranza- va da solo con lei in quella calda e magica notte d'e- state, E improv- visamente: pensò

che anche Guido era un estranco per l'a- mica. I due uomini, poi, non si conosce- sano Neppure, In quel momento soltanto bbe la sensazione netta dell'assurdo di quel- la stranissima situazione e sentì pesare so- ‘pra di anche Ia pena dell’uomo che se- duto di fronte a lei mangiava a capo ichino.

Egli dovette intuire quella tensione, sol levò lo sguardo sorridendole con indulgen- za e nello stesso tempo alzò il bicchiere colmo del prelibato ‘vino -biondo che aveva voluto ordinare a tutti i costi per accom pagnare il dolce.

Alla vo-

sw Universal - I0I Regìa di Ray Mo Carey

LA TRAMA - Pat e Molly, due vecchi altori di viviste, ritirano dal teatro e decidono di comperare un albergo in provineta. Un uomo d'affari dol luogo, Higgins, per co- stringere Pat @ rivendergli l'albergo architetta' uma serie di tiri mancini, Lu ultimo mel. te te'insorzione su un giornale annunzianda a tutti gli ex. compagni di Pal che questi offre foro 05 italità. Così Pat si vede capitare una turba di «famelici attori €, credendoli doi clienti, è tutto felice. Ma presto deve ricredersi e la sta nio tocca il’ vertice. canne, uno giovane attrice, assieme: al suo innamorato Chuck, decidono di dare una festa di benaficenza per uiute- re Pit. Montre però stanno per attuare questo progetto si'au» ; vedono che tutti loro con pagni se la sono svignata, Fi- nalmente, dapo nuove peripe- , zie, Higgins può essere. scone fitlo, opa avor felicemente tivenduto l'ulbergo, il guar tetto degli attori, Pat e Mol- ly e [uanne e. Chuck, ripres- do la strada verso le luci di Jiroadway. IL vecchio shivito del palcoscenico si 8 risvegliato, vd essi. lor mano alla scena che avevd= no abbandonato,

stra salute, piccola signora, disse con voce dolce. Ella alzò a sua volta il calice

con un povero sorriso stirato che non reggeva più all'imbarazzo. Dopo la cena fecero una passeg- giata a Barcola; una passeggiata romantica. Qualche parola buttata a caso, molti tentativi per intavo. lare uno discorso. qualsiasi, molte pause pesanti, Ad un tratto egli le prese il bruccio, per cavalleria, ma con un gesto tenero, poi come se la sua mano avesse incontrato il fuoco la ritrasse con una bruschezza tale che la fece tremare, Ora ella si sen- tiva sfinita, colpevole versa quell'uomo che certamente sofirivit. L tardi, disse, devo rientrare Egli non insistè per tratteneria e la riaccompagnò. a casa, Buona notte, gli disse Va- léria con dol cozza e gli sorrise spiegargli che le cose erano semplici e pu- reo come il suo cuore in quel momen= to. Vi a-

per,

spetto domani mattina a, colazione.

Ma l'indomani mattina egli le te- lefonò dall'albergo.

* Potrei vedervi un momento? Ho poco tempo, scusatemi,

Si incontrarono al caffè della sta- zione.

Sapete, disse Dani con quella sua voce fredda e tagliente ho deciso di ripartire, Capisco di aver complicato una situazione semplicissima con la mia venuta im- provvisa. È meglio che non. m'in- contri con mia moglie e con vostro

marito quanilo ritorneranno que-

st'oggi. Ù Capisco, assenti Valeria a

Dassi voce forse avete ragione,

E gli fu grata di quella decisio ne che spezzava’ finalmente un as sardo filo magico che per un poco li aveva stretti ‘entrambi o toriu- rati. a '

Devo chiedervi un altro favo- re aggiunse Dani dopo una lun- ga esitazione, Non dite nulla a Carola, Desidero che non sappia che sono venuto qui e che poi sonv fug- gito.

Ella gli porse la mano, senza di. re una parola, sorridendogli grave mente,

Quando nel pomeriggio ‘andò ad incontrare Carola e Guido allo sbar- catoio aveva il cuore pesante, Le parve di vedere Carola, una Carola

sconosciuta è ignorata, per la prima volta. Mai si era soffermata. sulla sua eleganza, su certe civetterio dei suoi abiti, su certe raffinatezze che ora la-colpiroto in pieno peito fa- cendole ilolere il cuore.

Becoci suni e salvi, disse Guido allegmmente e così dicen- do le porse un pacchetto. —- Il mio

bagaglio; un pigiama in cui non sto dentro, una saponetta, dentifricio spazzolino da denti. E voi, dove l'aveto la vostra valigia con neces- sario? chiese a Carola.

Eccola, disse la donna mo- strancdo il pacchetto: che teneva fra lo ‘dita, poi aggiunse tentando di cambiar ‘discorso; Sai, oggi si ballava, in aria, E c'era foschia.

I giorni.che seguirono furono gre- vi: su tutti e tro pesava un imba- tazzo che legava i loro gesti spo- gliandoli di ogni spontaneità. C'era sempre il timore di ‘essere troppo cordiali o di apparire incomprensi. bilmente freddi, a spingerli su una falsa strada. h

Nessuno fece più parola della progettata gita a Postumia e nenn- che fra le duo amiche. si ripeterono quello interminabili rievocazioni sco- lastiche che avevan formato la de- lizia dei primi giorni,

Il mattino Valerin andava-ancora a portare lei stessa la colazione in camera dell'amica ma quella dulce abitudine ora le costava quasi uno - sforzo, Si sedeva ai piedi del letto facendo dondolare pigramente la pia- nellina a mezzo 80- spesa sul piede nudo.

Ben dormito? chiedeva a Ca- rola, ma non fa: cevano più grandi progetti perla gior- nata, Ogni inte resse si era come spento. _

Carola mangia. va coscienziosi mente le fette di pane imburrato, senza’ riuscire 4 dissipare una leg- gera espressione di broncio dal bel volto vivace incor- niciato dai’ riccio» li spettinati, .Flo- ride e. sode sboc- ciavano le braccia morbide dalle tri- ne della camicia da notte.a ima go. Ia bianca e palpi- tanto cho stordiva Valeria:

Davanti all'ami- ca, bellissima, . si sentiva. improvvi. samento immiseri- ta: cera minuta e molto semplice nel vestire, Allattando adottava certe ca miciono (da notte di lino , candido inolto poetiche, ima di una. pocs da. educandato. 1 aveva sempre ado- rato: gli abiti n giacca, in tutte ie stagioni dell'anno, e le “camicettine maschili. JI genio del particolare nel. l'abbigliamento, era per lei un mi-

stero.

Spalanchia» mo la finestra? > chiedeva.a- Caro: la; C'è n pro. fumo troppo forte qui. déntra. Come

fai. a sopportarlo?:

dà: Ci ho fatto l’abitodine. e - nori l'avverto. neppur

<più;-Mi diapincé i—-petehé è tanto «bitono,. —. rideva

“Carola ricaccianda- ‘si. pigramente sot- to le ‘coperte. Va- Jeria allora andava ad aprire In fine

stra che dava sul terrazzo c intanto soffermava lo sguardo sul tavolino da toeletta dell'amica: quante fia- lotte, quante boccetline e quanti vi setti... che sciocchezza insistere con Guido che Carola era sempre la sco- lara disordinata e « dindolona a. Poi un giorno, finalmente, quasi facondo uno sforzo su se stessa, ©: rola annunciò che sarebbe parti si capiva che da molti giorni avr be desiderato andarsene, ma Valeria aveva intuito che non'aveva volu- to precipitare la partenza. Soltanto negli ultimi momenti ci fu un riav- vicinamento fra le due amiche, Un riavvicinamento sincero che le Su ceva soffrire per quella incrinatura nella loro amicizia. So avessero fa scoltato il loro cuore di bambine si sarebbero gettate l'una nelle brac- cia dell'altra, ma la soggezione e un:vago timore le trattennero. Non trovarono neppure una paroli, col- te da una timidezza che non riusciviv a mascherare quel foro pensiero che per giorni e giorni le aveva torti. rate, un Del resto non c'eri nulla da dire.

Entrambe lo sapevano i un'inccina- tura, - nolla più, Un inconfessate

pensiero corrosivo d maligno al qua- le non si poleva’ neanche dare il nome di dubbio. Ma intaccava la loro amicizia. Peccato,

(ni, disse. finalmente Caro. la mentre ripiegava mn abito per ri. porlo nella valigia. Ho deciso di non dir niente a imio marito,

-— Non dir niente? ripetà in- genua. Valeria, schiaffeggiandosi in- ternamente per la sua ipocrisia,

Ma aggiunse dura Caro- la, arrossendo, non dir nulla di Zara. Sai come sono gli uomini, ‘Tu mi capisci, vero? c alzò gli 0c- chi in cui annegava uno sguardo implorante 0 smarrito che chiedova la fiducia e il silenzio.

Valeria non disse nulia: il suò citore era come accirtoccitlo. Quel secondo caso non lo aveva provisto. :

Che hai? le chiese Carola vedendola ‘impallidlite e fraintenden. do quell'angoscia. a

0h, nulla ls sorrise. Valori con affetto. Lensavo che è diffie

teria aveva ragione. sentivano come Oppr delle due avrebbe mai supposto che quel giorno anunciatosi grio e sva- gato sirolbe concluso in quel modo: » "

La partenza era fissata per.il po- meriggio, Carola e Guido si salula» rorio mollo semplicemente finita lu colazione. 7

—= So posso, vengo con lo ‘macchina 6. vi io stesso alla, stazione, salutarvi. ancora Guido,

Inveco non vennd o si. limitò n mandare In vettura con: l'autista.

« Signore, io non so cos fare », diceva” a so stessa Valeria mentre

a prendervi ACCOMpagno sarò lieto di aveva detto

“insieme si avviavano alla stazione.

« Devo dirle; o deve ‘Lacere? »,

Carola aveva. già preso posto riel- lo scompartimento, e Valeria non aveva alicom parlato,

—- Grazie di folto. rola.

Sono io che devo ringraziari Chi sn quando ci rivedremo anco ra disse Valeria a- nua volta. Poi successe un silenzio. pesante “e Su tutto e due calò como wi'entibra, Il ‘treno non si decideva-a partire,

“Orn Eli sportelli erano. già chiusi, Valeria protese il volto ansioso; fi ceva ancora in. tempo i Carola... == mormorò.

—— Cara, chie ic'0?

—- Nulla. Vuoi dei giornati? E praprio in quel momento il treno si ma accelerando: subitamente - la corsa. Allora Valeria si mist a car rere come Uni: pazza, °

Ascolta, ascolta... (—- ind ane gosciata, ma cora passavano ciavan- ti ai suoi occhi dei visi sconosciuti. Si fermò: di colpo, vergognosa di quell'impeto: fece" dietrosfront e si avviò lentamente a. capo chino ver- go l'uscita,

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A È atolli BIST Rin) DO sa:

nicchiò il fotografo antorizza-

u vai al mare? aue- vano detto i colleghi d'ufficio u Romano, Disgraziato, con tutte quelle ragazze da mu rito...

Eh, lo sol Raguaze... costunia» le, cioè, in costume di moglie idéa- le, nulla da nascondere, guardino, signori forma @ sostanza, alla vera perfezione... Ma son furbo, io, non ni lascerò puscare, state tranquilli.

E il bel Romano, scapolo a prova di onda e d'ondina, era partito per Riccione, sicuro di sl. Quei quindici giorni di vacanza se li sarebbe go- duti @ senza inconvenienti n, grazie a un suo «infallibile sistema n.

Fin dal primo giorno che com- parve sulla spiaggia, ad evitare il pericolo di affondare nelle sabbie mu- bili per incanto delle sirene di fab- brica nazionale ed estera, tichiarò a un gruppo di queste in agguato sotto gli ombrelloni, sedute schiena contro schiena, v disperse supine co- me statue che aspeltino di essere poste su un altare: begnete i fari, signorine. È inutile che vii abbagliate col fuoco incrociato dei vostri balenanti sguar- di. Niente da fare, com me,

Le bagnanti si guardarono stu- pito. Una ‘ala, con vechiuli e la-

voro u niaglia, mormorò che ai passi

era più confacente la doccia. Roma- no, fraintendenda apposta, le disse»

Lo so pià, signora, che Itie- ciono è la perla verde dell'Adriatico, eso anche che chi rimane al verde può salvarsi, vendendo ln perla, Ma

“sed per allaccanni un bottone, è

imutite: la mia maglia non ne ha,

Poi volgendole le spalle, continuò it discorso. alle signorine; Seb bone ‘mi: chiami ltomano, non sono qui per il ratto dello... cabine, ma

. semplicemente per fare i bagni. Il

mio cuore è già prenotato, Sono fi- danzato; dunque, cerentevi . alivt u mosconi n. IL mare ne è pieno.

E suo uno di questi, ridendo, egli prese il largo,

Uh, che spiritoso! Che scomo!

Non co ne importa un baffo di Auit

Como. se noi lo avessina cer calo...

Nemmeno guardato, imbucille!

—— Giovane com'è, dvele visto?, già can la pancetta,

E quel naso?

Un ovechio più piccolo dell’al- tru, .se non strabico,

La dispettosa. critica delle vipu- diate; cessò ‘solo por. l'arrivo consu lotore del fotografo -antorizzato della spiaggia, che chiese il permesso «di prenderlo par una rivista illustrata,

come du più belle ondine dell'Adria- «tico.

etveva costui, tra de altre Jolo- grafie ino mostra: ‘nella sua bacheca ambulante, il ritratto di in ufficiale di marina.”

0h, guarda, lnil stupl Ariel la, una delle ondine chiamate alla glo- ria del rolnedlco, Me lu. potete vendere questa istantanea?

Non so se faccio bene +

lo, ma gliela cedette subito a prezzo -d' affezione, sebbone laffezione, per Ariclla, proprio

a più

e Y

non c'entrasse in questa’ circostanza. Che stupida ideal le aveva detto la zia sempre con ucchiali mà, ora, senza lavoro a maglia, sedendo a tavola per la colazione. Il ri tratto d'uno che... Mio Dio, guarda, Avriella! Quel pazzoide di stamat- tina...

-— Nella nostra pensione?

Anche Romano le aveva ricono- sciute subito, entrando nella sala; non c'era d'aver paura della zia... ma l'altra... accidenti che occhi, sene za contare il resto! Perciò, fedele al suo programma di saluezza, cercò un tavolino più distante dal loro. Ma Ariella:

Signore s'alzo a dirgli non è il caso... Anel'iv.sonv pià fi- danzata come voi, nun abbiano, dunque, mula da temere l'uno del- l’altro. Non credete? Eccb qua...

E tirò fuori dalla borsetta l'uffi- ciale di marina. i

Complimenti, signorina, proprio un bel giovane! s'arrese Romano, prendendo posto al tavolino presso quello di Ariella,

E gli ho giurato « eterna fe' n sapete, Come vui immagino, alla vo- stra fidanzata. A proposito, com'è?

All'impreveduta domanda, il gio-

vano arrossi, balbeltà; Come voi, pressa poco, ma... '— Più bella? Distinta? ‘iii ti

plarsd

lo. amo, ecco, e quando si HMt,., hi

Capisco, capisco, che mi trovo nella stesse condizioni... Purtroppo il mio Carlo Alberto si trova in na- vipazione, vero, zia?

La zia rispose con un calcio sotto la tavola.

E la vostra,,.? 6

Romano, che s'era creata na: fi danzata-nsbergo; senza pensare a dure lo nn nome e un viso, inventò:

La mia Anna Maria è in mon- tagna. Lei fa gli sport invernali an- che d'estate, È fatta così, lei, ma Jatta bene, però, due spalle, due fianchi, un suntimento

Mollo ‘elevato se è ino monta- gua, vero? —- rise Artella,

Rise anche tir convenne che loro due polevano essere amici dal mo- mento: che ace. ecc, Non sera of- fesa tei, Aviella, per quel suo di ‘corso sulla spiaggia alle sitene? Di- vertila? Le altre, povarette... Ma lui non voleva creare illusioni, Rude, ma galantuomo, Siccome la sia ave» va ripresò (il suo eterno lavoro @ maglia, Romano è Arlella discosero insieme’ d'-passuggiare nel giardino ‘delta’ pensione,

tr

SÌ, era bello che un giovane e una signorina potessiro passare “le. va- canze insieme, senza recundito fine; da buoni camerati; discorrere di lut- to un po', dei cangianti colori del

mare all'alba è al tramonto; che, .

dipinti, si direbbero non verir di

duna Maria è di Carlo Alberto, della»

vita di spiaggia dei bagnanti,

2 Povera letteratura; se l'umanità andasse sempre e ovunque così sco- pertul + diceva Ro- mano, = Svelato ogni mistero, neciso ogni desiderio!

Solo i pittori acrebbera ancora da

TLaufa Nucol sembra in ammirazione del formidabile appetito di Ugo Ceneri, È una Boona di “La mia panzone al vento" (6901. BNIO).

f - CIMNCILIZIONE >

furba di lui)

fare. Modelle gratis osservava lei,

Voi, Ariella, mi piacete di più la ‘sera, quando siete vestita.

—— Grazie, ma non fale torta ad Anna Maria. 1 nio Carlo Alberto se ci vedesse, come ora, nuotare fianco a fianco, non direbbe nulla, perché il nuoto è sport, è salute, ma la sera...

Oh, per una passeggiatina al chiaro di luna nei freschi viali ver- di, o due giri di danza sulla vro- tonda dell’albargo, che male ci sa- rebbe?

Ci sarebbe lu zia.

(Gia l'antìpatica vostra zia!

Tuttavia, pure con l'antipatica zia, Romano e Ariella cominviarono le passeggiate al chiaro di luna «per i viali di Ricctone, poî si spinsero fino a Rimini, alla punta di Ga- bicce, parlando sempre più di sé, sempre mono di Carlo Alberto e di Anna Maria,

Poi lantipalica sia divenne sim- patica, grazie a un torcicollo che la tenne riparata alla pensione.

iu essi andarono in autobus, ma soli e felici, a San Marino, dove ri- sero alla risposta dui guardiani di quella prigione con un sola dele nuto, lrattato. con ogni riguardo: «È lui che ci fa vivere ny GL ca. stello di Gradara con il tragico ri-’ cordo di Francesca cui Paolo la bac- ca baciò tutto tremante; alla ven» tosa Urbino, Raffaello, l'Aquilone di Pascoli, che vi fu in collegio...

Oh, i bei passi, lo gioconde gite? Dal. ritorno d'una ili queste, Ro- mano, lieto della scoperta e appro» fundita affinità di tenvperanionto è di gusti con Ariella, le disse: Pec cato che voi siale già fidanzata!

Porché? —— fece lei, -— Anche voi del resto... Anna Maria...

«- Ma se io vi dicessi...

—: Losa?

—- Che Anna Maria non è mai esistita, che fu tutta una storia, una nia invenzione per...

Non sarebbe una nopità, caro, L'avevo capito fin dal primo giorno, Oh, birba matricolatat Meglio che oca, no? rise. Ariella. —— B con questo? i

—- Con questo io sono caduto in trappola, ti amo, e ti chiedo se...

«e Se voglio essere tua moglie? Ma Carlo Alberto, a cai ho giurato «oter na fe», u che è in navigazione?

1 marindil esclamò Romano. Una fidanzata ‘per ogni porto

l'hanno tulli, disse e anche lui, ne sono sicuro. Dimenticalo, Arieltat

Hel consiglio che mi dai. Ma sai che faccio io?

= Ariolla, ti scongiuro...

La ragazza tirò fuori dalla bor- sella il suo ufficiale di marina, è lacerandolo in quattro pozzi;

Neanche Ini è mai esistito... por mo, stupidonat

Allora lv stupidone, per nulla ori- ginalo mentra voliva esserlo, mentre lassù, mel castello di Gradara il sole al tramonto illuminava ancora he stanze che furo- uo di Paolo e Prancesca, la bocca le baciò tutto tremante,

\Mario Vugliano

id da tre settimane Sane dor si trovava a Vien na e fin dalla fine del- la seconda settimana egli aveva ricevuto da suo padre una lettera che gli intimava di proseguire il viaggio per Berlino dove Sandor lo sapeva benissimo affari molto urgenti da sbrigare lo attendevano.

Aveva già il biglietto ferroviario ma era rimasto quasi all'asciutto, è malgrado Vienna gli piacesse tanto, doveva assolutamente part La vi. sinne del volto serio ed accigliato del genitore lo aveva deciso a prendere il treno la notte stessa 0, al massimo, il mattino seguente.

Fu allora che egli incontrò Kate.

Avova glà pagato il conto e stava per uscire da « Alla Pantofola d'ar-” gento v, quando vide la ragazza che, appoggiata al banco del bar, lo guar- dava. Ep, molto giovane: con la sua figura snella, i capelli biondi au “i grandi occhi neri, lo sguar- do serio, non dimostrava più di di- ciassette anni.

Sandor si ricordò con sgomento di cssere rimasto senza quattrini. Ave- va capito subito che ella era una delle ballerine scritturate dalla dire. zione del locale per tenere compagnia ni clienti e incitarli a consumare spu-

mante, Tra penoso, Si avviò verso Puscita ma, arrivato. sulla soglin,

non. riuscì n varcarla, Si avvicinò alla ragazza: e © Come vi chiamate? 2 ee Rate, ella rispose, poi sog- 7 giunse: Temevo che ve ne anda: ste già. 4 Sentite Kato, a me non è mai

piaciuta nessuna donna come voi ‘mi

piacete. Sono contento di potervelo

dire così chiaramente malgrado mi

trovi in nno stato di comprensibile

nervosisino, Sono senza soldi, Ve lo dico subito perché xo benissimo che ora dovrei invitarvi al mio tavolo

e ordinare dello spumante. Ma non

posso. Cosa devo fre?

Li ragazza lo guardò lungamente negli occhi, poi rispose piano: Nulla, Non ce n'è bisogno,

Aspettatemi alle cimjue davanti l'u- scita del locale. Poi vedremo.

Sandor salutò con un cenno del capo la ragazza, poi uscì.

« Erano le tre, Si incamminò’ per

I strade deserte della città. Guar- dava distrattamente. intorno a 86, ma non scorgeva nulla perché pen- Sava a Kate, Rivedeva i suni nc- chi, la bocca, i) suo vestito attilla- to è scollalo. Quella ragnzza era in. credibilmente Della! Strano che gli altri non se ne fossero ancora ae corti. Ad un tratto sussultà ricor. dando di nuovo di essere senza soldi, Sarebbe, stato necessario portarla in qualche caffà o in qualche altro po- slo; cra seccante che il figlio di un uomo tanto ricco si trovasse senza. soldi in.una città straniera, Avrele be potuto telegrafare a casi, Ma tanto era inutile: suo padre non gli avrebbe mandato nulla. Iorse era meglio partire subilo, non andare neppure all'appuntamento. Chi era quella ragazza? Una ballerinettal Ce n'erano fante come lei!

Così fantasticando, Sandor neppu- e si necorse che parecchio tempo cera trascorso. Fortunatamente, guar dando n caso un orologio all'angole di una via, vide che erano quasi le cinque. Si mise allora a correre è tutta forza. verso il locale notturno. Arrivando nl guardò ansiosamente attorno, Ma Kate lo stava nspet- tando. A

e ‘Temevo che non tornaste. Non era perb il caso che correste così perché vi avrei atteso ancori.

- Sandor, ansante trafelato, S0r rideva asciuganidosi la fronte:

Cosa faremo ora? Io non he denaro.

Lo so, Me lo avete già detto. Ci credo. Non è poi «na così tanto

‘MO.

NOVELLA

grave. C'è tanta gente senza denaro, che non è nemmeno una cosa inte ressante, Andiamo.

Si misero in cammino. senza che Sandor ciomandasse dove erano di- retti. Per lui era indifferente. Stra- da facendo la figura di Kate si de- lineò meglio. Faceva la ballerina nel locale notturno da poco tempo, non aveva più parenti, ed abitava in una camera ammobiliata, Sandor le dis se il suo vero nome, cosa che di so- lito; in casì simili, non faceva mai. Slava appunto per iniziare una dis- sertazione sulla vita viennese, quan- do Kate si fermò.

Siamo arrivati, mormorò,

Salitona le scale senza dir verbo e, arrivati nella camera della ra- gazza, Sandor la hacid. Poi, quasi ubbidendo ad un sentimento stra- no ed istintivo, si chinòd a baciarle la mano.

Come sci capitata in quel lo- cale?

È una storia molta semplice. Non ho nessuna al mondo, ed è pur necessario vivere. Alla morte di mia, madre sono stata costretta ad ab- bandonare il collegio, Non sono riu- fcila ni trovare un qualsiasi impie- go' ed ‘allora ho accettato il posto c Alla Pantofola d'argento ». Con le, percentuali guadagno tanto da poter vivere morlestamente, Son persino riuscita a fare qualche cconomia. Ma questo non ha importanza.

Sandor avrebbe voluto sembrare disinvolto, non vi riuscì perché In voce lo tradi:

Incomincin a dubitare che vi sia qualcosa «di vero nel vecchio luo- go. comune: « Vederla o amarla fu una cosa sola n. Può anche darsi però che sia solo il mio stato d'ani- Non vorrei mentirti. Può 08- sere che tutto dipenda dal fatto che ta sci tanto bella, tanto giovane, ed è perciò che...

Sandor dimenticò ciò cho voleva «lire guardando Kate cho, in atteg- giamento umile o tremante, stava di fronte a Ini,

ni

Ti tardi nella mattinata Sandor fece l'inventario dei suoi fondi, © li trové meschini. Andarono al Prater e, strada (acendo, egli stringova felice la mano di Kate. Ella, oggi, appariva più carina, più intelligente, e più bella di fori, Senza il vestito da sera, scollato sembrava una spen> sierata studentessa, Strin- gendole la mano, Sandor © sorrideva.

È dunque questo il famoso amore del qua- le si parla nei libri? Perché? Non forse? Non

tu pince è bello? o + Ma sìl Molto più Dello di quanto avessi immaginato, Come so» no stupidi gli uomini. Corrono dietra ai soldi, alla carriera, ed altre sciocchezze, invece di mettersi a cercare In loro, Kate,

Ad un tratto Sandor. divenne se- rio. Si: ricordò dal padre, del viag gio, della mancanza di soldi, di Ber. lino, e del resto. Ma sentfva che gli mancava la forza di lasciare la ra- Rasza.

Quanto hai ancora? da- mandò improvvisamente Mate, co- me se avesse letto nel suo pensiero.

Quasi nulla, Pochi scellini, * terribile E quanti soldi ho buttato viul Quante cose inutili ho compe- rato invece di attenderti!

Ti hasteranno per due: giorni?

Per duo giorni forse... forse sì.

Allora lasciamo stare queste stupidaggini. Non hanno impor tanza, non hisogna pensarci.

E i due giorni pas. sarono in un baleno, perché avevano inalte cose da dirsi l'un l'al- tro. Sandor diveniva serio soltanto nei pochi momenti in cui si ricor- dava di suo padre e del- l'improrogabile viaggio a Berlino.

A) terzo igiorno egli rion aveva più nemmeno un cente simo e aveva deciso di partire im-

mediatamente. Ma a ICate venne un'idea, Ascoltami, Sandor. Tu vorre-

sti restare ed io sento che morirei se tu partissi ora ed io non dovessi rivederti più. Io ho qualche soldo, non essi irragionevole, il denaro non ha importanza, resta ancora qualche giorno e da Berlino, sc la ritieni unn cosa tanto importante, potrai restituirmeli,

-— Mia cara, questo è un punto sul quale - non potremo intenderci. È impossibile, tu non sai che... e tacque scorgondo il volto di Ka- te divenire - pallido. .

Tre settimane dopo Sandor era ancora a Vienna, ‘Andava abitual- mente al locale notturno dove or mai tutti lo conoscevano,

Tuatte le mattine alle cinque co- minciava per loro la [elicità, Quasi quasi non aveva più rimorsi per i viaggio rimandato e pensava rara» mente a suo padre. Kate gli di- ventava ogni giorno. più indispensa- bile e sentiva che, oltre’ a tutto l'amore, vi era anche,tra.loro uni perfetta comprensione.

Un giorno, mentre slavano re gliendo il cinematografo in cui an- dara, arrivò la lettera. La lette ra era’ del padre di Sandor, er molto triste 0 preocenpato, ripeteva molto spesso la paro- la dovere. Solo i: padri sanno seri.‘ vere lettere simi- li ai figli. “Cermi. nava cono l'av- vortimento che, nel caso in cui Sandor non fosse immediatamente partito por Ber-

lino, egli surebbe' venuto personal. mente a Vienna a vedere cosa gli fos- Se SUCCesso.

Sandor provò a sorridere. Tate impallidi. * Va bene, mormorò. Non

ti trattengo. Devi proprio andare. Esitò un momento poi disse: Ti prego, Sandor, portami a Ber- lino con te. Non dirmi che ciò non è possibile: ho ancora un po' di de- naro ed il biglietto di terza classe non costa che un centinaio di scel- lini. Quando saremo qualcosa combineremo. lo lavorerò, ballerò, farò qualunque cosn, ciò non ha im portanza. Quel che importa è che jo possa venire con te. È molto dif ficile per una ragazza sola poter re- stare onesta, ed io non veglio finir male: non lo voglio perché ti amo! E so che anche tu mi ami.

Sandor non rispose. L'idea di por tarla con a Berlino lo spaventò. In fin dei conti era una ballerina. Bisognava esser saggi. L'amore pas:

‘sa. Guai se suo padre l'avesse si

puto.

Eppure sarebbe «stato bello! Im. barazzato balbettò;

Non è possibile,.tesoro.., Cioò,.. LA mi aspettano già i mici soldi e ne manderò subito anche a te, Tor- nerò presto, E poi ci incontreremo ancora e... e... Si impappinò de- finitivamente, conscio: delle scioc- chezze che stava dicemio, Kate non rispose, solo quando il silenzio co- minciava a diventare insopportabile, disse, piano;

Va bene, tesoro,

L'accompagnò al treno, si bacia rono e. Sandor respirò con sbllievo. Era stata una faccenda difficile, ma finalmente egli cca di nuovo libero e suo padre gli avrebbe si-

tardato arrivo a Berlino,

Appena nrrivato, la sua prima preoccupazio. no fu quella di in- vinte telegraficamen- te una. rijevanto somma di denaro a Kate. Nello stesso momento però dei deva di non scriver- lo più.

Qualche giorno dopo però le mandò una cartolina senz peraltro. indicarle il suo indirizzo. Si mi- .50 a lavorare, ma il lavoro non progredi-

Ecco Hansl Knoteck, at- trice berlt- nese, nella ‘parto di Monica, nel nuovo film Terra ma- dre” della Ufa.

curamente perdonato il rÌ-"

‘ta ima poi, leggendo nello sguardo di

va, Era distratto, cd aveva un gran peso nel cuore.. Specialmente le notti gli erano insopportabili, ‘e la mattina egli si svegliava stanco e svogliato, Sei mesi durò quest'esistenza pe- nosa, finché un giorno incontrò una ragazza che assomigliava stranamen- te a Kate. La nostalgia divampò in Iui come una fiammata:” corse a casa, fece le valigie e prese il pri- mo treno per Vienna, Mentre il tre- no correva veloce, egli decise di rin- tracciare Kate e di sposarla imme- diatamento. Avrebbe dovuto farlo prima, suo padre non contava, nul- la più importava: senza Kate non poteva più vivere. E A Vierina venne a sapere che Kate aveva cambiato casa. Nessuno sa- peva più nulla di lei. La cercò, al municipio dove gli dettero un indi- rizzo: ma anche H Kate non c'era. Girò per i locali notturni e per le strade di Vienna sperando di incon» trarla, Guardava nei negozi, nelle automobili c non riusciva a trovar- | la. Cominciava a disperare, quando una sera, verso le undici, la incon- trò improvvisamente nella Kartner- strasse, Era niolto elegante, ma non sembrava molto ‘cambiata. Sandor la riconobbe immediatamente e le corse incontro con le lacrime agli occhi; Kate, Tate mia! esclamò, La ragazza alzò la testa spaven- tata, poi sorrise. È Sandor le strinse ln mano riden- do, Avrebbe voluto mettersi a bal- lare dalla gioia. Nella ragazza porò vi era qualcosa di strano che spa- ventò Sandor, Sembrava che non lo riconoscesse, e questo pensiero gli strinse il cuore. Provò a sorridere. Kate, tesoro imio, sono così felice di averti finalmente ritrovata | Ho tanto denaro, nai? Dove vuoi che ti porti? Andiamo in quel caf- la all'angolo?. ITo fante’ cose da dirti. Vieni, cara, La ragazza lo segui senza parole. Ad un tratto Sandor si. fermò. Kato card, perché mi guardi così? È possibile che tu non mi riconosca? È Negli occhi di Kate passò un Jam po cattivo: Ma sì, sciocco, Come potrei non ricoriascerti se siamo stati in- sieme appena la settimana scorsa? Si può forse dimenticare il. bol suo- natore di banjo «del: bar Ritz? Come so avesse ricevuto ‘un pu- gno .in'pieno petto, Sandor arretrò e fini appoggiato alla’ vetrina iu minatissima*di un negozio di gio- cattoli: 3 È Tra il visò pallido di quel gio- vanoitone, che sembrava in procinto di svenire, o le

allegre facce dei fantocci della vetrina vi cera un contrasto così grottesco che Kate non potè tratienere un sorriso di trion- fo 6 decise di. desi- storo dalla sua cru. dele farsa.

Gli buttò tra le braccia, ridente e fo- lice, «d'una felicità primaverile. Egli ten-

momento di resistere,

per un

lei tanta appassionata tenerezza, la strinse fortemente a sé.

Subito, intorno ‘alla giovane cop- pin, si radunò un gruppo di persone che si misero a commentare bona riamente. Dimentichi di tutto essi sembravano ignari del Iuogo dove si (rovavano. Ad un frattocegli alzb il capo ed: across violentemente: pre- se Kate per mano e, fattosi largo tra la gente, la spinse. su mn tassì che passava: in quel momento, di. cendò concitatamente all'autista: Alla. stazione Ovest. Presto!

i LEI

Tre ore più tardi Joseph Enedi, potente industriale di Budapest, sve- gliato improvvisamente n notte tar- da c preso alla sprovvista, di fron- te all'espressione energica e risoluta lel suo unico e adorato figlio che pneva per. mano unn giovane ed cantevole. biondina, mon sapeva regare il suo consenso. E soltanto allora egli comprese perché sua figlio avesse tardato tanto a pro- ‘seguire il sno viaggio.

Pal Kiralphegr

Potrete dire addio

alla vostra bella biancheria, quando il sudore

l'avrà rovinata!

Au TEMO CHE SIA SUCCESSO QUALCHE ALTRO DISASTRO!

2, INFATTI NULLA E PIO'N] NON

50 PIU'CHE FARE! OGNI MOMENTO MI $1 STRAPPANO

LE SPALLINE, QUANDO NONCA,

PITA DI PEGGIO,

E LA TRA- SPIRAZIONE- CARA MIA!

d. si AFFATTO. SE. ADOÈ bi: PERI LUX: QUESTO i ELIMINA OGNI TRAC- si CIA DI SUDORE E QUESTA 007 DE PRESERVA | MAGNIFICA 0 TESSUTI BIANCHE- NA: RIA PER IL > “VIE MIO CORREDO DAI SE NON CONO 50 dl eh: SCESSI LUX a ? NON AVREI NEN La = MENO OSATO i. INDOSSARLA » Li si Lavate di frequente la. vostra biancheria col LUX : mai dovrete -pentirvene! LUX, solubile in. acqua ta PI toc * x ; fredda, è purissimo e, grazie alla schiuma che produce, sg climina ogni impurità, senza il minimo rischio per R i tessuti anche più delicati. 3 Salvate la vostra biancheria. £0N wow viene wai ven. di . ) ; ditta sfuso sa solo în pac- bi dagli effetti disastrosi della tra- chetto originate sigiltato. so spirazione, lavandola di fre- “È pr quente col LUX si 7] sd ; ) =; FI LEVER > MILANO si ' NI i LA DONNA do, GRANDE RASSEGNA MENSILE DI Do. I MODA E MONDANITÀ FEMMINILE ii. AE È la più antica rivista di moda d'Italla, une delle più autorevoli e diffuse d'Europa. Dir Ogni fascicolo offre non meno di 100 modelli per tulii 1 gusil, por qualsiasi eil. Du gunze, por fuslungue occasione, In vendita In lullé te edicole d'ilolla a Ira cinque.

aria e Renato arrivavano a Roma in un limpide mattino di gennaio, A tar- da sera avevano lasciato Milano immersa in una nebbia fitta, nere, che to- glieva .if respiro; soltanto all'alba la col- tre opaca necennava a dissolversi, e in- fine un raggio di sole, inatteso ‘come un prodigio, faceva impravvisamente splendere l'azzurro fondo del ‘Trasime- no, colmandolo di tremule scaglie di luce. Daria: calava: l'ampio cristallo del finestrino per respirare avidamente l'a- ria asciutta e fresca, sporgendo i vol- to: il vento le scompigliava con furia i capelli, ricacciandole i riccioli biondi dictro lorecchio; ln lieve » rpa di tul- te color serenella le chiuteva la bocca come un bavaglio, le sfiorava gli occhi, le si attorceva intorno al collo, —— Tàgliti di lì, Daria, ti «può far male. C'È troppo venta, -* Lasciami odorare la primavera, = DI gennaio, == Ma qui è già primavera: sole, lu- ce, tepore Sai da quanti anni non compivo questo bellissimo viaggio? = Quattro?,.. Cinque? i Quindici: ero ancora una bambi. na, Solto andata a Roma, Napoli, Ga- pri, con da povera mamma:. ne «serbo un ricordo confuso, come d'un sNgNO,,. Un sogno, simile a quello che stiamo vivendo...

vr

' Roma, 4 febbraio, Mio caro Vincenzo,

non pensare troppo «male di noi. In "Bo mese, now ti abbiamo inviato che due cartoline Illtsivate, e ciò è veri mente troppo poco. Ma è accaduto que- sto: mentre io stavo compiendo l'orche- strazione del commento musicale, Daria Lul veniva scritturata da un giorno al- l'altro. dall'u Esperia» per Vinterpreta» aione di nn personaggio che l'autore del film, il direttore di produsione e il re- gista hanno creato appositamente per lei, dopo averle fatto « girare ‘n “un « provino » che he assunto tutta l'appe- renga di una formalità è dopo una trion- Jale andizione vocale. Puoi immaginare quel che sia stata la sun sistenza da quel momento, è che cosa sia ora, men tre l'allestimento del film procede con sussiosa alacrità, fra l'entitsiasmo di tut i. Vedrai fra pochi giorni apparire sul- de riviste è sui giornali cinematografici le prime fotagrafie di Daria: tutti far- mulano per la sua riuscita È più favore» voli pronosticì e prevedono rm succes: so. Ella sembra trasfigurata: non si con- cede un momento di riposo, studia feb- brilnrente recitazione, passa l'intera. giore nata nel teatro di posa; finito il tavoro rincara, affranta, qualche volta in dostando ‘ancori gli abiti portati nel fil è senza neppure stritccarsi il viso = sf lascia cadere in: una poltrona. è dorme, Ho soluto scriverti, prima chie, capitandoti sotto: gli occhi. quelle Joto- grafie, ta fossi indotto @ temere di non riveder più Daria me. Ci rivedre- mo, invece; non appena nltimato il la» vord, che è già molto avanzata, © ride» quisteremo Insieme il poca tempo per- duto. Daria ed io ti salutiamo affettuo- samente. tuo Renato

Milano, 19 febbraio.

Cara Luti,

serivo a voi perché tento che Renato non sisponda neppure alla nia terza lettera, In questi ultimi quindici giorni gli ho seriito altre: due “volte, -ma non si è fatto vito. Ora, io so benissimo che voi avete un gran da fare, anche superiore al suo, ma so pie che avete pietà. per gli infelici e che vorrete “tro- vare il tempo di inviare una riga @ que- so disgraziato. B disgrazionio » è il meno che în possa dire. Già. Perché se da ana” parte jo sono lieto di gitanto vi succede «m cd è l'amico, che. parla —- dall'altra (e qui parla l'editore) sono letteralmente atterrito dal ritardo dl qua- fe andiamo incontro nella preparazione e nel lancio del repertorio’ per la nuo va «stagione ». Noi ci. prodighiamo, na finché voi e Renato rimarrete N su fatica quasi buttata: dunque, mette» tevi. una mono alla. coscienza e vedete di conciliare le cose. lo. non ho alcuna intenzione di farmi « battere » dui mici concorrenti; sarchbe la. prima volta © sarebbe anche l'ultima, . perché dapo

metiatantente: dall'editoria musicale per dedicarmi ‘alla. raccolta dei francobolli, Ve ne prego. cara Lui: ditemi con la mussima csuttesza possibile quando sa-

PUNTATA 10

SUNTO DELE PUNTATA PRECHOENTI > Darla Atti, una bellissiona giovane bionda, ha incontrato il compositora Renato Pisprea, 1 due si sono innamorati rapidamente e Daria, che nutre ana tiva passione per il canto, fugge du casa per seguire l'uomo cl ama, La ragocca presdo altoge gio, a Milano, in un albergo, dove più tardi Renato la raggiunge, Rensto Dasprea lavora quasi esclusivamento per Tn Casa editrice nensicale « fana m di cui è animatore Viucenco Salvagao, uomo attivissimo, venuto su quasi dal anlla, Tra 1 due uontinî si sono da tempo stabiliti fim» tuosi rapporti di attiva collaborazione e di buona anticizia, Una sera Salvaguo, nel corso di un collaquio con l'amico, chicde improvvisamente a Dasprea chi è da signorina Daria Lati, 1 due nomini si fissano in silenzio, divenuti d'un tratlo ostili, Vincanzo Satvayno allora ranmienta a Rosato Dasprea che, nu tempo, egli, senca nicuno scrupolo, gii ha portato via la donna che gli cra cara, Margarita Ibatra, una giovano è bella cantante, Mora Salvagoo ha iacinto, anche fer non perdere la collaborazione di Dasprea 0 delle cantante, Oggi però Salvaguo non nasconde a Dasprea che egli ntutro per Daria Puti ni sentinrento' vivissimo, alto a nobile: E lealmente lo dice n Dasprea promettendo sieme di aiutera in tutti è moti Daria a mettere in Iuce le sue qualità artistiche. Intanto Daria cercandost an altro alloggio trova, Mariella, una cora amica d'un tempo, presso la quale ella si stabilisco, Marielta, perdi, attendo invano Daria n coluciane, Renata

una catastrofe simile io mi vitirerei int -

e Daria,

infatti, sono partiti per una gita în automobifa versa lo Prealpi lombardo. Dimontichi di tatto e di tulti i duc innamorati se ve vanno, Inntilmente attesi, sla al toro rispettivi alberg sia alla Casa musicalo a fana n, dove fitto è proiita canzone. L'assenza di Daria 0 di Renato dura divci gi si ripresenta da Salvaguo. Questi non nasconde dl comporitore cha de sus mi

perché Darka incida il disco di una nova orni, al termine dei quali Renato Pasprea

he mon incon.

irano più il favore del pubblico, Daria, intanto, si è retata ad abitare con Renato e nun sera gli dico che ha ricevuto sura offerta da parte della Casa Musicale Berleudi, offerta che ella però

ha rifiutato, Intanto dorint

Pelitore, cha lia notato delle premnre significative di

tinditta, la maglie di Salvaguo, racconta u Carasella, l'amico del

se il

ivagiro verso Daria. È minarei

suo sospetto si avvrrassi, vendicarsi su Daria Luti che lu pagherebba per tutte te altro.

rete di ritorno: e fosse domanil Non ap- pena voi e Renato arriverete, io strine gerò | tempi e chiederò a tniti | miei collaboratori di sacrificarsi in ogni mo- do purché lu data della « distribuzione » dei peszi e dei dischi nen venga spo- stata neppure d'un giorne, Voi, dal can- ta rostro, tenete conto dell'ormai eriti- cissimi situazione în cui jo mi trovo e cercate: di farmene uscire senza. danno. La verchit amicizia con Renato e la cor-

dialità che ho per voi mi impediscono di.

accennare ui termini dei nostri contratti cai reciproci impegni: mi limito a pre- garvì di pensare a me e di togliermi da questo incubo. Molti auguri per il vo- stro lavoro, salutatemi Renato, —— anzi, no, non salutatemelo, che non se lo me- rita e tante ‘cure cose dal vostro SALVAGNO

La lettera, al solito dattilografata, re- cava un poscritto 1 Mano:

Questa lettera è dattilografata în mo- do obbrabrioso, cd è stata passata al co- pialettere tanto bagnata da cancellare a metà le purole, facendovi probabilmente ritenere che cessa siu stata ritrovata. nelle tasche di un annegato. Abbiate. pasiene sa: la colpa è della nuova signorina d'ufficio, quindicenne, assunta da Jana: la quale vi saluta tanto, Anche « Gi- Kar» vi porge i suoi omaggi.

« Gikar o, la cui firma appariva in un angolo del foglio, non era it rome di chi sa quale personaggio orientale, ma semplicemente lo pseudonimo di Gio- vanni Carosella; pscudlonimo che. gli serviva per le canzoni delle quali egli scriveva. unienmente i versi, mentre le copertine delle. altre recavano a grandi caratteri il nome e il cognome, in tutte lettere,

Ronn, 26 febbraio, Caro Salvagno,

Renato non merita alcuna indulgenza

e io vi risponda shbito nella speranza di quadagnarmene almeno un. poco, -Ma Jorse, a scalparmi in parte, carranno assai meglio 1 fatti. la, += e voi potete Jucilmente crederlo non ero dffutta venuta qui col più o meno deliberato proposito di aprirmi’ un varco qualsiasi nell'ambiente cinematografico: di tenta: re, magdri iniziandoli in modo quasi osenro, la difficilissima carriera dell'ît- trice, nella. speranza di diventare. un giorno @ Maltro una «diva n. ID caso ha voluto questo, Una sera, io accom» pugno Dasprea al teatro di. posa, dave da nn paio di settimane si sta cercando affunnostntente quanto inutilmente una donna giovane, bionda, non brutta, ché disponga di una disereta voce e canti senza. stanare. La « parte » per questa donmi, nel film, non esiste ancora: ma tutti sono d'accordo nel ritenere. che, trocando la persona che risponda ai re- quisiti. necessari, si potrebbe crearla ih ventiquattr'ore, dando al film una sviluppo più interessante e più compler so. Una ciaggantina di candidate si eva presentuta senza sticcesso, e giù il re- gista insisteva per «andare innanzi » senza perdere altra tempo, quando, quel- la sera, fo cdpito 1a per caso. Come il direttore mi vede entrare, ha nn gesto di sorprera: egli mi riconosce shbito per

.

lu signorina che. nello scorso settembre = quando l'Esperia « girava » an film sul Garda st era offerta di doppiare poche battute di una' canzone che avreb- he dovuto essere cantata dalla prima at- trice, do ho sempre ignorato l'esito di quel modestissimo esperimento: fatto sta che il direttore scambia poche frasi col regista, il registi sospende il Invoro © ha un lungo colloquio cal. produttore: più tardi, altro Iungo colloquio: a quat tro, questa volta, poiché vi partecipa an

che l'autore del film. lo e Dasprea ve. *

siamo invitati a pranco da quei perso naggi... Il vesto, ve lo potete figurare, Ma ciò che non potrete mai figurarvi è lu mia ansia, è la mia trepidazione, Mi

avviene persino di. recitare dormendo le. « battatte » della mia parte, e di svegliare

mi d'improvviso; oppure di non poter prender sonno, ossessionata dai motivi delle cansoni che debbo eseguire. Che direi? lo ho molte speranze, caro Sal- vaguo: nou so quanto siano fondate, e quali siuno te mie autentiche probabilità di successo: ma ho fede di riuscire, è comunque farò l'impossibile. per non mancare all'attesa di coloro che mi di» mostrano tanta fiducia. Voi capite co- me dall'esito di questo esordio, dipen dano possibilità che al momento son ardisco neppure considerare, perché mi darebbero le vertigini. La « parte »_ che mi è stata affidata nel film è di molto impegno: sulle prime ero tanto sugge- stionata dal. pensiero di dover vecitare, da sentirmi. completamente paraliszata:

quando pensute che io, da bambina, non ,

avevo neppure il coraggio di alcarmi a dire la poesia in occasione dell'onoma» stico di ina dei miei familiari... Aggitine gete che la protagonista è un grande nome della scena di prosa, che tutti gli altri attori sono di primissimo ordine, tentate di rendervi conto del mio stato d'animo... °

Ma basti: finisco a parlarvi soltanto di me, == lo vedete, che si tratta ve vamente d'un’ossessione? mentre ho il dovere di dissipare le vostre. inquie- tudini circa la duta del nostro ritorno. Vi assicuro che tanto jo quanto Dasprea saremo a Milano in tempo per lu prepa- ragione del nuovo repertorio: il film sa: ultinuito entro un mese, e un'ora do- po l’ultimo colpo di manovella noi prenderemo il treno. Sapete. benissimo che a me non occorrono ormai molte prove, per « incidere »: ‘almeno in que.

‘sto, grazie al' cielo, mi sento abbastanza

sicura. Dal canto suo; Dasprea, che ha finito da tempo il commento nusicale del film è ora ve vigila l'esecuzione, ha qua- si ultimato le due cansoni delle quali gli avevate inviato le parole tempo ad- dietro, e ve le spedirà prima di do- menica. i Auguratemi di riuscire, caro Salvu- gno; il mio successo non muterchbe nulla nel nostro lavoro, ed in continte= rei ad essere vostra collaboratrice: anzi, penso che la vostra Casa trarrebibe vane taggio, forse, dalla mia riuscita nel film: no? Vi ho scritto una lettera trop- po lunga: più di otto paginel ma dovevo ritarcirvi di quelle che: non vi ha scritto Dasprea, e debbo farmi pere

donare in anticipo se per qualche setti

camuamizne 1

mana non potrò forse scrivervi altro, Tante care cose alla signora ‘ed a voi dalla vostra Daria Luti,

D. S. - In nessun negozio musicale di qui si trova una copia un disco di Pioggia sul dino, Volevamo far- ne omaggio alla moglie del direttore dell'a Esperia », che è una nostra am- miratrice, ma abbiano. cercato dovun- ‘que senza trovare nella. Qualcuno ci Na detto di essere in attesa di una nuo- wi edisicne, poiché le. prime sono esatt- rite: ma ha aggianto che, contrariamen- te al solito, croò invecò di apparire. nel

gira di pochi giorni, la nuova edizione

ha un ritardo inverosimile. Vagliate av vertirne la vostra segretaria, perché prow- veda, E ditele di prepararsi a subire la collera di Dasprea...

san

«Una sera, finito il lavoro nel teatro di posa, Da e Renato vanno a pran- zo, come altre volte, in una trattoria della Via Appia: una piccola casa a un solo piano, dipinta in roso-sangue, che d'estate viene completamente sommersa dal verde dei pergolati, e quasi si dura duica a scoprirla, Dopo tante ore feb. brili, essi ritrovano fra quei quattro mu- ri disadorni un silenzio & una pacé che nt ristora; it padrone non sa chi siano e non li nddita al prossimo come. « due del cinematografo » 0 ti segnala sen- z'altro con nome e cognome; la ragaz: za che serve è sua figlia e sbriga le sue incoribenze. senza aprir bocca, la si sente camminare, cono quelle sue pia- nelle di grosso feltro, Non occorre. nep. pure scegliere i -cibi in una complicata lista, ‘perché i « piatti » offerti dalla trattoria sono soltanto cite, e sempre gli stessì; squisiti, ma due; ed ceco un'il. tra noia abolita.

Daria e Renato sono soli, in una sa letta parsimoniosimente illuminata, sul- le cui pareti a fresco si allincano alcu. ne vecchie cromolitografie che raffigura: no gli cpisodî colminanti di famose ope: re liriche: Otello che stratigola Desdemo- na, Gioconda che si immerge un pugnale nel petto, Tasca che depone i candela- bri accanto al cadavere di Scarpia, Aida e Radambs sepolti vivi, che si abbraccia» no ancora una volta, 1 silenzio ‘è rotto soltanto dal legnoso uguale ticchettlo di un orologio a cucù, e, di tempo in tem- po, dal passaggio dell'autobus che rap- giunge il mausolco di Cecilia Metella.

+ Sci stanca, Doria?

ve Un poco: abbiamo dovuto rifare quattro, volte ta scena che chiude la pri- ma parte, Una cosa snervante,

see Ro sci triste, perché mon parli.

A che pensi?

Proprio non vuoi rispondermi? —- insiste Renato posindo lievemente la mano su quella di Daria.

"Tra poco Ja tua fatica sarà com. pensata dal successa.

+ Può darsi,

ce Ro non ti mancherà nulla per cs: sere felice.

Daria do gunrda fissamente; sembra esitare; poi, lascia cadere poche. sillabe: Una cosi, furse.

quale? + domanda Reno. tua moglie,

Ti suapisce?

- No,

n Ni spiace?

—- Che dici mai...

Allora?

—- Nan so.

ce Ti aspettavi cat'altra risposto, in- sotmma; qualsiasi aftea, all'infuori di que- SU, vero? i Vedi: è che nun abbiamo mai par RIU

Di sposati: vero. Kt sorprende che se ne parli; meglio: che fa a parlartene, perché tn...

Non fraintendermi,

fi evidente: de mie parote ti hanno frtato,

Affatto... Soluinto, non mi attene devo che proprio questa sera... intende: stusera è è proprio. sta-

Cor re nane seen TREIA

RELII, direttrice” rncprosabiil

«on mani »; cc mi portuno, no?

_ Sei cattiva,

- Tento di interpretare il tuo pen- siero, di spiegarmi il ua contegno. Ma tinganni,

Una donna innamorata non. s'in- panna mal, SÌ, vorrei essere un moglie: ti sembra veramente molta strano?

AL contrario,

«= Ma il pensiero del nostro matri- menio non ti riempie di gioia.

+ AL contrario, . Ancora « al contrario »; il tuo fra lo non è mai stato povero come qui SUL SUnI,

Decisamente, sci in un di pessimo umore, ce Reco un'altra

ita

sarebbe « proprio du- rebbe molto più op:

momento

frase che prevedevo.

erché concludeva la lettera 0” una donna vuol conoscet Mella vita dell'pomo che ama anche i particolari più int tili ed insignificanti?

H piovane se ne rimase un istanto a considerare il pavimento è pui scris- se: Perché: è un'impiccioni,

No. Nou era una” rispostu seria, Bisognava cancellure © scrivero qual. cosu d'altro, I. giovane sembrava annoiato. Abbindonà il tavolo ‘n si avvicinò alla finestra aperta.

Puori, sul lungomare prospicienti Palbergo, si. svolgeva la vita pia cevole delle stazioni. climatiche; den tro; mella stanza semibuia e piona di fumo, nina stupida domanda atten- deva una risposta che il giovane non si sentiva assolutamente. capaco di

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specificare, Picehiarono all'uscio, n darti, disse il piovane, è

lu cameriera di piano appare ' por- lando un vassoio, vot It vostro caffè: freddo, signora,

RIPRODUZIONE E

Sono « stanca », sono « cattiva », sono « di pessimo umore ».,, La verità è un'altra: avresti di gran lunga preferito che io non toccassi questo argomento: abbi: almeno Ja schiet ili ricono. scerlo, i La ragazza dalle pianelle: di feluo sporse: il capo dall'uscio: Vino -bianco, per i signori? - SÌ, bianco, risponde Renato; Paltra scompare senza che si oda l'eco dei suoi passi. - Rispandimi; riprende tono ardente ti sembra che mi comportata verso di te come qualsias

al tra signorina della mia condizione avreb- be fatto? No, vero? To non ho obbedito

che all'impulso del mio amore: da un'o- ra all'altra fin abbandonato Ja mia casa... - Te ne rimordi?

i ho seguito senza neppure vol. gere il capo a guardare giò che lasciavo dietro di me; sono stita e sono infini- tamente tua Anche’ di questo, ti rimordi?”

Rinuncia ad offendermi: non lo merito, Da mesi ti appartengo così: cre. do che non una frase, non un gesto, nun uo atteggiamento, abbiano potuto farmi rassomigliare alla dattilografa sedotta

Mettetelo N, sul tavolo, grazie. La cameriera era piuttosio carina. “Certo doveva avere molli corteggiu- tori, nel pause. Siete fidanzata? chiese giovane, colpito da un'ispirazione.

Sl signore... -— rispose la ra- gazza arrossendo,.

Fd inimaginò continuò il gio- vane cche del vostro. fidanzato divete ‘voluto conoscere tutta la vita, anche nei particolari più insignifi- canti? i

<= Oh no, signore, protestò la ragazza <= egli mi ania, è questo è l'interessante...

Già... già... mormorò il gio vana > potete andare...

Bevve il suo caffè; infilò la giacca che giaceva ubbandonela su una se- dia e scese nel salone dell'albergo.

Era Pora che precedeva il tramon-,

to c.inolti villeggianti affolluvano guiumente il locale. Qualcuno sututò il giovane alla voce ed egli rispose di- strattamonio: La.camenera di pian

GUITE CON MATERIALE FOTOGRAFICO « FERRANTE

il

che chiede naturalmente di essere sposati.

Man. .

Lasciami dire: non immiserisco il nostro amore, per questo, Ma mi addo- lora la tua sorpresa, la tra contrarietà: è duaque tanto illogico, insensato, assr do, che io pensi di appartenerti diversa- mente? To, del mio sentimento, sono as- solutamente sicura: ‘bon potrò mai ama- re che te, non potrò mai essere che tua

Esigi una dichiarazione d'amore? No: e appunto per questo; so che mi ami, che il nostto legame, intima solidarietà dello spirito, soavità di tene- rezza, rovente abbandono sensi, È li nostra vita: stessa; che non. possiamo immaginarlo, neppire in un giorno Jon- tanissimo, allentato, logorato, finito; allora, perché stupirsi se” uma sera, proprio questa sera, come hai detto tu, jo abbia pensato che sarei ancora più felice se fossi tua moglie? E bada hene: dico « tua moglie » non perché mi pievc- cupi «del prossimo (i ho dimostrato A sufficienza di ndn farne alcun conta) o perché voglia ad ogni costo fammi piabbracciare da mio padre; non per con- quistare una siwiazione morale o mate riale... Lasciami dire; non per conqui-

stare una situazione qualsiasi, . poiché ri.

avevi parlato saggiamente, ‘ma se egli ron avesse sapnlo trovare una risposta prima di sera, si sarebbe asposto ad. una cattiva figure.

Così comntinando attraversò il su- done ‘e î suoi vecchi incontrarono quelli di una ragazza che stava seduta ad uno dei tavoli di corrispondenza chu si trovavano vicino alla porte d'in- gresso, d dire il vero, la raguaza li abbassò subito, nia il giovane senti che gli piacevano mollo, e quanito si accorse che aveva. un “po! deviato dalla sua rotta, ‘le era andato @ fi nire quasi addasso,: ed il foglio che «questa teneva in mario sra scivolato,

Scusate, - disse, Poî si lro- nella impossibilità di continutire parlare. Non si: può infatti pronin- ciare parola - quando “si è- colpiti du usa prossa sorpresa,

I foglio che dl. giovane. avevi raccolto; e sul quale meccanicomen= te aveva linciulo rino sguardo, ‘cun- teneva questa sala frase:

U «perché; ripeto, una donna vuol

tengo di non averne assoluta necessità; ma semplicemente ed esclusivamente per- ché la nostra esistenza trovi un'anche più inebriante bellezza, una sua più viv da luce, la sua armonia definitivi tu min, come oggi, più di oggi, sempre...

Abbassa la voce: possono sentirci.

Lo sguardo di PD. pieno di ba- gliori’ mentre ella s'infervora nell'espri- mere il suo desiderio, si fa d'un tratto opaco, traduce un penoso accoramento:

—_ « Abbassa la voce »: è tito quan. to sai rispondermi.

Diceva, perché può sopraggiungere quella figliola,,,

Giù, mormora Daria con qual. che ironia -— ella può entrare da un momento all'altro, per questo... Non temere, Renato: e la sia. voce si fa decisa, quasi: aspra -—- ti prometto che non ti parlerò mui più di questo,

La ragazza dai passi inavvertibili. ap- pare d'improvviso, recando il vino biaa- co ed una delle due « specialità » detîn cucina paterna; La

Buon appetito, signori. «

Depone rutto sulla tavola e se ne va, offesa che nessuno dei due le ‘abbia ri- sposto « grazie », (continua)

Angelo Frattini

soi

conoscere. tutto dell'uomo cheamat n. Ehi... fece. la ragazza con ironia rabbiosa cvalete che vi leg.

. ga anche ciò che ho seritto prima?

Siete Carla Fon domandò il giovane sconcertato.

Niente affatto; ma voi, come fate è conoscere Carla Foni?

Ascollatomi, -— disse ancora il giovane avele mai risposto a delle lettera in cui glì uonrimi innamorati venivano paragonati ai conigli?

Abil.., fece lu ragazza strii- guendo le labbra, Sareste per. caso Alberto - Dessi? #i

Alberto, concluse il giovanu dopo wie lunga riflessione è we- nuto e chiedermi quello chie Carla ha domandato a voi, Di sostituirlo nella corrispondenza, ciod, perché non. si sentiva capace di scrivere delle belle lettere...

E cos... fece la ragazza ridendo.

E così... rispose il giovane;

Più lurdî, mentre. allraversavano

ussieme da. piazza del paese, il giova»

e nel corso det nostro fidanza. mento, mia cara, tu ilovessi seriver- mi delle lettere, non mi rivolgere do. mande strane, te na ‘prego...

Massimo Simili

RIZZOLI & €, da. per l'Arte della Staripa - Milena 1949-XV!

iù, giù, in fondo al Quai du Point du jour, eccoci final-

mente a Billancourt, poco dapo la Hinea della « banlieue ».

dove Henry Decoin gira, con sua moglie Danielle Dar-

ricux, « Battement de Cocur», versione francese di

« Batticuore », Ecco un soggetto che ha fortuna: prima

in Italia, poi in Nrancia, più tardi, forse, a Londra, « Batticuore » si fa onore, non c'è che dire .

Danielle non c'è. Sarà di scena più tardi, verso sera. C'è invece Jean Tissier, il Porellì della situazione, ‘Ed è divertentissimo, tanto più che in certi atteggiamenti rassomiglia al nostro attore, Però l'at- tesa di Danielle è nell’aria, quando essa appare tutto si anima,

Danielle Darricux: una ragazzina da niente, a vederla .così, senza trucco, in libertà, È comparsa ad un tratto fra due amichette che son venuto a trovarla; le tiene a braccetto tutte e due e si fa portare un po' ciondolando come una, sbarazziria. Ride beata e in un attimo ci presenta tutte le sue classiche smorfiette. Si mette in un angolo, e comincia un bisbigliare che non finisce più e che ogni tanto si scioglie in risate tintinnanti.

Davanti a lei, così semplice e gaia, in una limpidezza deliziosa di grazia e di cleganza, ci siamo così ricordati dello scandalo di questa estate, quando a Venezia venne fuori «Rago of Paris ». gridò allora alla profanazione. Ah, Mayerling! Chie cosa ne hanno fatto gli americani della mirabile interprete di Mayerlingl Che orrore! Un'at- trico di quella sensibilità... Farla diventare un fantoccio, un burat- tino, un clown... Gli americani! Ah, che infamia! Che scandalo!

Un momento! Che cosa direbbero codesti signori che la san tanto

Abbiamo visto

DANIELLE DAKKINIA

lunga se axtesso Ja vedessero ‘qui, in carne: ed osso, più « Rage of daris » che mai? Direbbero forse che è una posa, quella semplicità, quella, grazia birichina? E continuerebbero a diro che Danielle è la tragion maschera rimasta impressa nella loro memoria attraverso lo ombra del mistero asburgico? ù

No. Danielle Darrieux è questa, e, così come è, va considerata una grande nttrice, Che cosa possa rendere nel genere drainmatico è indiscutibile. Ma che l’aria sbarazzina le sia naturale è una realtà evidentissima, ® gl

Ora si avvicina al.suo regista; regista nella vita come nell'arte. E piccola come non si crederobbe; ma vicino a Decoin diventa ancora più piccola, ché egli è un ragazzone grande -e por parlarle si china a sfiorare il volto, Decoin e Darrieux: un autore drammatico celebro,* più celebre ancora. per la sua regia, ed un'attrice ammirata da tutto il mondo, Mn benedetti ragazzi, invece di star chiusi qui dentro con questo calda, sotto le lampade accese, che piacere vedervi a spasso al' Bois, magari in barchetta, oppure a tuffarvi in mare a Deauville. Che bella coppia, perbacco, e crepi l'invidiat

La -chiacchieratinn coniugale è breve. Il regista riprende il snprav- vento e torna nl lavoro cen la massima calma. . {Ci vuole un bel fegato «con una mogliettina come quellal). Ora dovrebbe essere ln nostra volta, Un'occasione coma questa non capita sposso, Bisogna intervi- stara Daniello, Ma como si-fa a rivolgere delle domande ad una crea- thra simile? Come si fa a parlarle sul serio? Qual è il vostro film che vi piaco di più? Qual è il personaggio che volete interpretare? Che ne pensate della cinematografia americana? Dio, che caldo! Impok- sibile resistere, Avanti, coraggio. Intorroghiamo la diva, Peccato non potere restare a guardarla senza chiederle nulla,

E-invece, niento da faro, La diva, improvvisamente, è scomparsa. Dovo sarà andata? Bisogna assolutamente rintracciarla,. L'intervista ormai si deve faro, Il dovere, il dovere innanzi tutto! E il dovere ci sospinge al bar, dove Danielle si è seduta con lo ‘suo amiche a con) sumare un magnifico gelato,

Ora proprio è impossibile attaccare discorso con Jei, Parla fitto fitto 6 scoppia a ridere continuamente, Sembrano tro studentesse che “abbiano marinato la scuola e-che si stiano raccontando chi sa quali avventure. Non si può, proprio non si può domandarte niente. Eppure questi: è un'attrice che guadagna un milione e duecentomila franchi a film... Un milfone e duecentomila franchi, signori, È una cifra,

Però, adesso che non recita, se dovesse rispondere francamente alle nostre domande ci direbbe certamente che il film che le piace di più è il film della sua vita, che il personaggio più caro al suo cuore è quello che interpreta tra lo braccia di suo marito, che In. cinomato- grafia nmericana, con tutte le suo trovate e 1 suoi splendori, è niente in confronto ad una serata in Incognito a braccetto con Flenry, per lo strado di Montmartre, Perché sl, esser dive è una bella cosa, ma Danislle è soprattutto una donna, una giovanissima donna, felice, contenta, ardente, 0 il cinematografo è un lavoro come un nitro, in fondo, e bisogna pensarci soltanto quando si fa,

Ecco quel che ci ha detto Danielle, pur senza parlare, mentre la guardavano estatici ed ammirati, IE la risposta era così canuriente che non abbiamo avuto altro da domandarie quando le abbiamo fatto i nostri saluti stringendole la mano esile ed inrequiota,

Poi siamo usciti, c risalendo il Qual, ‘ad un tratto, abbiamo visto una ragazza in bicicletta, davanti al radiatoro della macchina, che per poco non rimaneva sotto. Sembrava Danielle, tutta lei. Un ve- stitino presso a poco eguale, la stessa linea di corpò è di testa, Pos. sibile che fosse proprio lei? Possibilissimo, ma non era, Era invece soltanto una come lei,

Allora abbiamo capito perché Danielle Darrieux. veramento una grando attrico. Perché si può scambiarla con uni ragazza qualunque, e questo è Îl maggior pregio della sua arte, il maggior fascino della sua bellezza, la maggior prova della sua intelligenza. Attrice nata, Danielle Darrisux non ha hisogno di far la diva per essere una diva,

Provatevi an po’, gentili lettrici a fare altrettanto...

G. V. Sampieri

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